Visualizzazioni totali

mercoledì 4 gennaio 2012

18-25 gennaio 2012 Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani

Sabato 21 gennaio 2012 ore17  Parrocchia san Biagio a Galatina
 celebrazione eucaristica per l'unità dei cristiani presieduta da Mons. Donato Negro Arcivescovo di Otranto

Tutti saremo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo, nostro Signore
(cfr. 1 Corinzi 15, 51-58)
SETTIMANA DI PREGHIERA
PER
L’UNITÀ DEI CRISTIANI
18-25 gennaio
Testi utili per tutto l’anno 2012
SOCIETA’ BIBLICA IN ITALIA
ROMA 2012
2
GUIDA AL TESTO
Come è tradizione della Società Biblica in Italia, anche quest’anno 2012 sono offerti alla meditazione dei
Cristiani alcuni testi biblici appositamente scelti da un gruppo internazionale ecumenico composto da rappresentanti
del Consiglio Ecumenico delle Chiese e del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità
dei Cristiani. Vi chiediamo, nell’apprezzare questo servizio ecumenico, di accompagnare con la preghiera e
di sostenere con le vostre offerte il lavoro della Società Biblica in Italia per la diffusione della Parola di Dio
in Italia e nel mondo.
Valdo Bertalot
Segretario Generale
Società Biblica in Italia
Il fascicolo contiene:
Presentazione del comitato interconfessionale italiano
Schede per la liturgia della Settimana
Testi biblici completi delle letture della Settimana.
Scheda informativa sull’Alleanza Biblica Universale e la Società Biblica in Italia.
Dal suo sorgere l’attività missionaria dell’Alleanza Biblica Universale esiste grazie alla preghiera e
all’aiuto dei credenti che vogliono condividere la Parola di Dio.
3
IN MEMORIAM
Durante l’incontro della Commissione preparatoria internazionale tenutosi a Varsavia, Polonia, nel
settembre 2010, è giunta la notizia della morte di Monsignor Francesco Eleuterio Fortino, Sottosegretario
del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, e membro, per lungo tempo, della Commissione internazionale
per la preparazione annuale del testo congiunto per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.
La sua passione e dedizione alla causa dell’unità fra i cristiani, e particolarmente nel promuovere la preghiera
per l’unità, era solo uno dei molti e molteplici doni che egli possedeva e che volentieri condivideva
con gli altri membri della Commissione. Il testo di quest’anno è dedicato alla sua memoria. Possa la preghiera
elevata attraverso questo testo affrettare la realizzazione delle parole di Gesù: “Fa’ che siano tutti
una cosa sola [...] così il mondo crederà che tu mi hai mandato” (Gv 17, 21).
4
TESTO BIBLICO
“Ecco, io vi dico un segreto. Non tutti moriremo, ma tutti saremo trasformati in un istante, in un batter
d’occhio, quando si sentirà l’ultimo suono di tromba. Perché ci sarà come un suono di tromba, e i morti
risusciteranno per non morire più e noi saremo trasformati. Quest’uomo che va in corruzione, deve infatti
rivestirsi di una vita che non si corrompe, e quest’uomo che muore, deve rivestirsi di una vita che non muore.
E quando quest’uomo che va in corruzione si sarà rivestito di una vita che non si corrompe, e
quest’uomo che muore si sarà rivestito di una vita che non muore, allora si compirà quel che dice la Bibbia:
La morte è distrutta! La vittoria è completa!
O morte, dov’è la tua vittoria?
O morte, dov’è la tua forza che uccide?
La morte prende il suo potere dal peccato, e il peccato prende la sua forza dalla Legge. Rendiamo
grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.
Così, fratelli miei, siate saldi, incrollabili. Impegnatevi sempre più nell’opera del Signore, sapendo
che, grazie al Signore, il vostro lavoro non va perduto”.
(1 Cor 15, 51-58)
Il testo è tratto da:
“Parola del Signore” - La Bibbia, Traduzione interconfessionale in lingua corrente
Leumann / Roma, Elledici / Alleanza Biblica Universale, 2000
5
PRESENTAZIONE
Tutti saremo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo, nostro Signore
(cfr. 1 Corinzi 15, 51-58)
La preghiera è una realtà potente nella vita di un cristiano. La preghiera è trasformante. Quando i
cristiani comprendono il valore e l’efficacia della preghiera in comune per l’unità di quanti credono in Cristo,
essi cominciano ad essere trasformati in ciò per cui stanno pregando.
Quest’anno i cristiani in Polonia hanno offerto alla nostra meditazione la loro esperienza di trasformazione
e di preghiera. La trasformazione a cui si riferiscono è compresa nella sua profondità solo nella
resurrezione di Gesù. Ogni cristiano battezzato nella morte e resurrezione di Cristo comincia un cammino
di trasformazione. Morendo al peccato e alle forze del male, i battezzati cominciano a vivere una vita di
grazia. Questa vita di grazia permette loro di sperimentare concretamente la potenza della resurrezione di
Gesù, e l’apostolo Paolo li esorta: “[...] siate saldi, incrollabili. Impegnatevi sempre più nell’opera del Signore,
sapendo che, grazie al Signore, il vostro lavoro non va perduto” (1 Cor 15, 58).
Qual è, dunque, l’opera del Signore? Non è forse l’edificazione del Regno di giustizia e di pace? Non
è forse la vittoria sulle forze del peccato e sulle tenebre per la potenza dell’amore e della luce della verità?
Nella vittoria Gesù Cristo nostro Signore, a tutti i cristiani viene data la capacità di indossare le armi della
verità e dell’amore e di superare tutti gli ostacoli che impediscono la testimonianza del Regno di Dio. Nonostante
ciò, un ostacolo permane, e può impedirci di portare a termine il nostro compito. È l’ostacolo della
divisione e della mancanza di unità fra i cristiani. Come può il messaggio del vangelo risuonare autentico
se non proclamiamo e non celebriamo insieme la Parola che dà la vita? Come può il vangelo convincere il
mondo della propria intrinseca verità, se noi, che siamo gli annunciatori di questo vangelo, non viviamo la
koinonia nel corpo di Cristo?
La preghiera per l’unità, dunque, non è un accessorio opzionale della vita cristiana, ma, al contrario,
ne è il cuore. L’ultimo comandamento che il Signore ci ha lasciato prima di completare la sua offerta redentiva
sulla croce, è stato quello della comunione fra i suoi discepoli, della loro unità come Lui e il Padre
sono uno, perché il mondo creda. Era la sua volontà e il suo comandamento per noi, perché realizzassimo
quell’immagine in cui siamo plasmati, quella comunione di amore che spira fra le Persone della Trinità e
che li rende Uno. Per questo motivo la realizzazione della preghiera di Gesù per l’unità è una grande responsabilità
di tutti i battezzati.
L’unità dei cristiani è un dono di Dio; la preghiera ci prepara a ricevere questo dono e ad essere trasformati
in ciò per cui preghiamo. Nel presentare questo testo di preghiera per l’unità di tutti i cristiani, ne
6
raccomandiamo l’utilizzo; incoraggiamo la creatività dei pastori e dei fedeli nel porre nuovo vigore non
solo nel pregare per l’unità, ma anche nel procedere, passo dopo passo, verso quella trasformazione che
sarà operata dalla preghiera. Lasciamo che il nuovo anno ci trovi più aperti, come individui e come comunità,
alla potenza del mistero della morte salvifica di Cristo.
Chiesa Cattolica
✠ Mansueto Bianchi
Vescovo di Pistoia
Presidente, Commissione Episcopale per l’Ecumenismo e il Dialogo della CEI
Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia
Pastore Massimo Aquilante
Presidente
Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e di Malta
ed Esarcato per l’Europa Meridionale
✠ Metropolita Gennadios
Arcivescovo Ortodosso d’Italia e di Malta
ed Esarca per l’Europa Meridionale
7
SUGGERIMENTI PER L’ORGANIZZAZIONE
DELLA SETTIMANA DI PREGHIERA
PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI
Cercare l’unità: un impegno per tutto l’anno
La data tradizionale per la celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani,
nell’emisfero nord, va dal 18 al 25 gennaio, data proposta nel 1908 da padre Paul Wattson, perché compresa
tra la festa della cattedra di san Pietro e quella della conversione di san Paolo; assume quindi un significato
simbolico. Nell’emisfero sud, in cui gennaio è periodo di vacanza, le chiese celebrano la Settimana di
preghiera in altre date, per esempio nel tempo di Pentecoste (come suggerito dal movimento Fede e Costituzione
nel 1926), periodo altrettanto simbolico per l’unità della Chiesa.
Consapevoli di una tale flessibilità nella data della Settimana, incoraggiamo i fedeli a considerare il
materiale presentato in questa sede come un invito a trovare opportunità in tutto l’arco dell’anno per esprimere
il grado di comunione già raggiunto tra le chiese e per pregare insieme per il raggiungimento della
piena unità che è il volere di Cristo stesso.
Adattamento del testo
Il testo viene proposto con l’avvertenza che, ove possibile, sia adattato agli usi locali, con particolare
attenzione alle pratiche liturgiche nel loro contesto socio-culturale e alla dimensione ecumenica.
In alcune località già esistono strutture ecumeniche in grado di realizzare questa proposta, ma ove
non esistessero se ne auspica l’attuazione.
Utilizzo del testo
— Per le chiese e comunità cristiane che celebrano la Settimana di preghiera in una singola liturgia comune
viene offerto un servizio di culto ecumenico.
— Le chiese e comunità cristiane possono anche inserire il testo della Settimana di preghiera in un servizio
liturgico proprio. Le preghiere della celebrazione ecumenica della parola di Dio, gli “otto giorni”, nonché
le musiche e le preghiere aggiuntive possono essere utilizzate a proprio discernimento.
— Le comunità che celebrano la Settimana di preghiera in ogni giorno dell’ottavario, durante la loro preghiera,
possono trarre spunti dai temi degli “otto giorni”.
— Coloro che desiderano svolgere studi biblici sul tema della Settimana di preghiera possono usare come
base i testi e le riflessioni proposte negli “otto giorni”. Ogni giorno l’incontro può offrire l’occasione per
formulare preghiere di intercessione conclusive.
— Chi desidera pregare privatamente per l’unità dei cristiani può trovare utile questo testo come guida per
le proprie intenzioni di preghiera. Ricordiamo che ognuno di noi si trova in comunione con i credenti che
pregano nelle altre parti del mondo per costruire una più grande e visibile unità della Chiesa di Cristo.
8
CELEBRAZIONE ECUMENICA DELLA PAROLA DI DIO
Tutti saremo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo, nostro Signore
(1 Cor 15, 51-58)
Introduzione alla celebrazione ecumenica
La celebrazione ecumenica della Settimana di preghiera per l’unità del 2012 è stata redatta da un
Gruppo ecumenico polacco, che ha tratto la liturgia dalla propria esperienza di cristiani in Polonia, che hanno
vissuto momenti di gioia e di avversità. La storia della Polonia è stata segnata da una serie di sconfitte,
vittorie, invasioni, spartizioni e oppressioni da parte di potenze straniere e regimi ostili. La lotta costante
per superare ogni prigionia e il desiderio di libertà sono un tratto caratteristico della storia polacca.
La celebrazione propone come tema il brano della Lettera ai Corinzi 15, 51-58 che annuncia la potenza
trasformatrice della fede in Cristo, particolarmente in relazione alla nostra preghiera per l’unità visibile
della Chiesa, corpo di Cristo.
Proprio mentre preghiamo e ci adoperiamo per la piena e visibile unità della Chiesa, noi - e le tradizioni
a cui apparteniamo - saremo dunque cambiati, trasformati e conformati ad immagine di Cristo.
L’unità per cui preghiamo può richiedere un rinnovamento delle forme della vita della Chiesa che ci sono
familiari. Questa è una visione emozionante, ma che potrebbe anche farci paura. L’unità per cui preghiamo
non è soltanto una nozione “comoda” di amicizia e collaborazione: essa richiede la volontà di evitare ogni
competizione fra di noi. Dobbiamo aprirci gli uni agli altri, offrire e ricevere doni gli uni dagli altri, per poter
entrare realmente nella nuova vita in Cristo, che è l’unica vera vittoria.
Schema della celebrazione
I. RITI DI INTRODUZIONE
Secondo l’uso locale si può avere un inno durante la processione, seguito da una preghiera di apertura
o da un atto penitenziale.
II. CELEBRAZIONE DELLA PAROLA DI DIO
Ci sono tre brani tratti dalla Scrittura: la Lettera ai Corinzi capitolo 15 è essenziale al tema. È seguita
da un sermone/omelia o da altre forme di spiegazione delle Scritture. Può seguire la professione di fede.
III. PREGHIERE PER L’UNITÀ E PER ESSERE TRASFORMATI IN CRISTO
Il fulcro delle preghiere di intercessione sono l’unità e la trasformazione in Cristo nelle diverse circostanze.
A queste preghiere fa seguito il segno della pace.
Segno della pace e condivisione dell’opłatek (“pane azzimo”)
Vi è una tradizione particolare in Polonia consistente nel condividere con la famiglia prima della cena
della vigilia di Natale, ma anche negli incontri augurali del periodo natalizio, siano essi in chiesa o
nell’ambiente di lavoro, una sottile sfoglia di pane azzimo chiamato opłatek (al plurale opłatki). È una tradizione
talmente cara ai Polacchi, in patria e all’estero, che viene praticata da tutti i cristiani anche di diverse
confessioni, e persino dai non credenti.
Ad ogni persona viene dato un opłatek, che le persone condividono, spezzando parte dell’opłatek di
un’altra persona e mangiandolo. In tal modo si scambiano reciprocamente gli auguri. Questo scambio esprime
l’unità, l’amore, e il perdono fra le persone a cui Cristo ha donato la salvezza. Sebbene non sia
l’eucaristia, tuttavia simboleggia la presenza di Cristo, nato nella “casa del pane” (Betlemme) e che divenne,
Egli stesso, il pane di vita.
Se non fossero disponibili pane azzimo o opłatki si può usare il pane lievitato. Lo scambio del segno
della pace può esser fatto secondo l’uso locale.
9
IV. RITI CONCLUSIVI
Contiene una preghiera di impegno che è basata sui temi di ciascuno degli otto giorni. La celebrazione
si conclude con la benedizione, che può esser impartita secondo l’uso locale.
C= CELEBRANTE
L= LETTORE
T= TUTTI
I. RITI DI INTRODUZIONE
Canto d’ingresso
Durante il canto o il preludio, i celebranti possono entrare in processione.
Saluto iniziale
C: La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione con lo Spirito Santo siano con
tutti voi.
T: E con il tuo spirito.
Introduzione
Dopo il saluto o la presentazione dei partecipanti, si può procedere ad una breve introduzione del tema. Il
celebrante può dire:
C: Ascoltate! Vi proclamerò un Mistero! Noi non moriremo, ma saremo tutti trasformati!
T: Rendiamo grazie a Dio, che ci dà la vittoria nel nostro Signore Gesù Cristo.
C: Dio in Cristo è il Vincitore. La vittoria richiede sforzo e combattimento. Mentre preghiamo e ci adoperiamo
per la piena e visibile unità della Chiesa, noi - e le tradizioni cui apparteniamo - saremo
cambiati, trasformati e conformati ad immagine di Cristo. I cristiani intendono sforzarsi insieme,
senza trionfalismi, in tutta umiltà, nel servizio a Dio e ai fratelli, sull’esempio di Gesù Cristo. Nel
tendere all’unità, è questo l’atteggiamento che desideriamo chiedere a Dio tutti insieme.
Preghiera d’inizio
C: O Dio onnipotente, in Gesù Cristo ci insegni che chiunque desideri essere primo deve prima farsi
ultimo e servo di tutti. Ci disponiamo alla tua presenza, sapendo che la tua vittoria è ottenuta mediante
la debolezza della croce. Siamo qui a pregare che la tua Chiesa diventi una. Insegnaci ad accettare
con umiltà che questa unità è un dono del tuo Spirito; mediante questo dono, cambiaci e trasformaci
sempre più ad immagine del tuo Figlio Gesù Cristo.
T: Amen.
Preghiera di pentimento
C: O Dio onnipotente, nonostante l’unità che Cristo ha donato alla sua Chiesa, persistiamo nella nostra
disunità,
T: Abbi misericordia di noi!
C: Induriamo il nostro cuore nonostante l’annuncio del vangelo,
T: Abbi misericordia di noi!
C: Veniamo meno nel servirti nei nostri fratelli e nelle nostre sorelle,
T: Abbi misericordia di noi!
C: La disobbedienza di Adamo ed Eva ha portato sofferenza e morte, e ha ferito e deturpato la creazione,
10
T: Abbi misericordia di noi!
Segue un momento di silenzio.
C: Dio onnipotente abbia pietà di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.
T: Amen.
II. CELEBRAZIONE DELLA PAROLA DI DIO
Inno / Canto
Lettura dal Libro di Abacuc (Ab 3, 17-19)
Il fico non germoglia più,
le vigne non danno più uva,
gli ulivi non producono niente.
I campi non forniscono raccolto,
le greggi scompaiono dai recinti,
i buoi dalle stalle.
Ma io trovo la mia gioia nel Signore,
sono felice perché Dio è il mio salvatore.
Dio, il Signore, è la mia forza,
egli rende i miei piedi agili
come quelle delle cerve,
mi fa camminare sulle vette dei monti.
Lettura dalla Prima Lettera ai Corinzi (1 Cor 15, 51-58)
“Ecco, io vi dico un segreto. Non tutti moriremo, ma tutti saremo trasformati in un istante, in un batter
d’occhio, quando si sentirà l’ultimo suono di tromba. Perché ci sarà come un suono di tromba, e i morti risusciteranno
per non morire più e noi saremo trasformati. Quest’uomo che va in corruzione, deve infatti
rivestirsi di una vita che non si corrompe, e quest’uomo che muore, deve rivestirsi di una vita che non muore.
E quando quest’uomo che va in corruzione si sarà rivestito di una vita che non si corrompe, e
quest’uomo che muore si sarà rivestito di una vita che non muore, allora si compirà quel che dice la Bibbia:
La morte è distrutta! La vittoria è completa!
O morte, dov’è la tua vittoria?
O morte, dov’è la tua forza che uccide?
La morte prende il suo potere dal peccato, e il peccato prende la sua forza dalla Legge. Rendiamo
grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.
Così, fratelli miei, siate saldi, incrollabili. Impegnatevi sempre più nell’opera del Signore, sapendo
che, grazie al Signore, il vostro lavoro non va perduto”.
Lettura dal Vangelo di Giovanni (Gv 12, 23-26)
Gesù rispose: “L’ora è venuta. Il Figlio dell’Uomo sta per essere innalzato alla gloria. Se il seme di frumento
non finisce sottoterra e non muore, non porta frutto. Se muore, invece, porta molto frutto. Ve
l’assicuro. Chi ama la propria vita la perderà. Chi è pronto a perdere la propria vita in questo mondo, la
conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io ci saranno anche quelli che
mi servono. E chi serve me sarà onorato dal Padre”.
Omelia / Meditazione
Pausa di silenzio oppure musica di sottofondo.
11
Credo niceno-costantinopolitano
Il Simbolo di Nicea-Costantinopoli qui riportato è quello utilizzato durante il III Incontro della Conferenza
delle chiese europee (KEK) e il Consiglio delle conferenze episcopali europee (CCEE), Riva del Garda,
1984.
C: Ed ora uniamo le nostre voci nel professare insieme il Credo niceno -costantinopolitano.
T: Noi crediamo in un solo Dio, Padre onnipotente,
Creatore del cielo e della terra,
di tutte le cose visibili e invisibili.
Noi crediamo in un solo Signore, Gesù Cristo,
Unigenito Figlio di Dio,
nato dal Padre prima di tutti i secoli.
Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero,
generato, non creato della stessa sostanza del Padre;
per mezzo di lui tutte le cose sono state create.
Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo.
E per opera dello Spirito Santo
si è incarnato nel seno della Vergine Maria
e si è fatto uomo.
Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato. Morì e fu sepolto.
Il terzo giorno è risuscitato secondo le Scritture,
è salito al cielo, siede alla destra del Padre
e di nuovo verrà per giudicare i vivi e i morti,
e il suo Regno non avrà fine.
Crediamo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita,
e procede dal Padre.
Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato,
e ha parlato per mezzo dei profeti.
Crediamo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica.
Professiamo un solo battesimo per il perdono dei peccati,
aspettiamo la resurrezione dei morti
e la vita del mondo che verrà. Amen.
Inno / Canto
Durante il canto, gli opłatki (le sfoglie di pane azzimo) sono portati davanti e posti su un tavolo al centro.
III. PREGHIERE PER L’UNITÀ E PER ESSERE TRASFORMATI IN CRISTO
C: Uniti in Cristo che ci dona la vittoria, preghiamo Dio:
T: Per grazia tua, trasformaci.
C: Per la Chiesa, corpo di Cristo, affinché possiamo vivere veramente l’unità che riceviamo mediante
lo Spirito Santo, Dio, nostra forza:
T: Per grazia tua, trasformaci.
C: Per i responsabili delle nostre chiese, affinché possano restare fedeli all’unità a cui tutti i cristiani
sono chiamati, Dio, nostra forza:
T: Per grazia tua, trasformaci.
C: Per le nazioni del mondo, affinché possano vivere reciprocamente in pace e promuovere la giustizia
12
per tutti, Dio, nostra forza:
T: Per grazia tua, trasformaci.
C: Per ogni persona, affinché possa essere attenta custode della terra, Dio, nostra forza:
T: Per grazia tua, trasformaci.
C: Per le persone delle nostre società, affinché possano essere trasformate per vivere come amorevoli
vicini che si prendono cura gli uni degli altri, Dio, nostra forza:
T: Per grazia tua, trasformaci.
C: Per quanti sono ammalati e soffrono, affinché possano essere trasformati dalla tua presenza di guarigione,
Dio, nostra forza:
T: Per grazia tua, trasformaci.
C: Per tutte le famiglie, affinché nelle loro vicissitudini e nelle loro gioie, possano trovare una risposta
nel tuo amore, Dio, nostra forza:
T: Per grazia tua, trasformaci.
C: Per i moribondi, affinché possano essere confortati dalla tua presenza, Dio, nostra forza:
T: Per grazia tua, trasformaci.
C: Signore, vieni in mezzo a noi e donaci unità e pace.
T: Amen.
Padre Nostro
Il Padre Nostro può anche essere cantato.
C: Quando i discepoli chiesero a Gesù come dovevano pregare, Egli rispose: “Dunque, pregate così”:
T: Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo Regno,
sia fatta la tua volontà
come in cielo anche in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non indurci in tentazione
ma liberaci dal Male.
Tuo è il Regno, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli.
Amen.
Gesto di pace e scambio degli opłatki
In Polonia vi è un’usanza particolare, consistente nel condividere una sottile sfoglia di pane
azzimo (chiamato opłatek) nelle case e nelle chiese a Natale. Ad ogni persona viene dato un opłatek. Le
persone poi condividono, spezzando parte dell’opłatek di un’altra persona e mangiandolo. In tal modo, si
scambiano reciprocamente gli auguri. Questa condivisione della sfoglia esprime unità, amore e perdono. Vi
invitiamo a fare altrettanto come segno di unità e di pace.
C: La pace del Signore sia sempre con voi.
T: E con il tuo Spirito.
C: Scambiamoci un segno di pace.
13
IV. RITI CONCLUSIVI
Inno / Canto
Durante il canto si può raccogliere la colletta.
Preghiera di impegno
C: Ricordiamo ciò che l’apostolo Paolo scrive nella prima Lettera ai Corinzi:
“Rendiamo grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Così, fratelli
miei, siate saldi, incrollabili. Impegnatevi sempre più nell’opera del Signore, sapendo che, grazie al Signore,
il vostro lavoro non va perduto” (1 Cor 15, 57-58).
Sia lode al Signore, che ci guida all’unità! Padre, dedichiamo questa Settimana di preghiera per rendere
salda la nostra unità in Cristo. Egli ha sconfitto la morte, e ci ha chiamati ad una nuova vita nello Spirito.
Per questo chiediamo:
C: Trasformati da Cristo, colui che serve,
T: Inviaci e, insieme, andremo.
C: Trasformati dalla paziente attesa del Signore,
T: Inviaci e, insieme, andremo.
C: Trasformati dal Servo sofferente,
T: Inviaci e, insieme, andremo.
C: Trasformati dalla vittoria del Signore sul male,
T: Inviaci e, insieme, andremo.
C: Trasformati dalla pace del Signore risorto,
T: Inviaci e, insieme, andremo.
C: Trasformati dall’amore misericordioso di Dio,
T: Inviaci e, insieme, andremo.
C: Trasformati dal buon Pastore,
T: Inviaci e, insieme, andremo.
C: Uniti nel Regno di Cristo,
T: Inviaci e, insieme, andremo.
Benedizione e Invio
La benedizione può essere impartita da alcuni presbiteri nella forma riportata sotto, o in altra forma.
C: Il Signore sia con voi.
T: E con il tuo spirito.
C: Il Signore vi benedica e vi protegga!
Il Signore faccia splendere il suo volto su di voi
e vi conceda i suoi doni.
Il Signore posi si di voi il suo sguardo
e vi dia pace e felicità.
T: Amen.
14
Oppure
C: La benedizione di Dio onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo scenda su di voi.
T: Amen.
C: Andate nella pace di Cristo.
T: Rendiamo grazie a Dio!
Canto finale
15
INTRODUZIONE TEOLOGICO-PASTORALE
Tutti saremo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo, nostro Signore
(cfr. 1 Cor 15, 51-58)
Il materiale per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2012 è stato preparato da un Gruppo
di lavoro composto da rappresentanti della Chiesa cattolica, della Chiesa ortodossa, della Chiesa veterocattolica
e delle Chiese protestanti presenti in Polonia.
Al termine di un’ampia consultazione a cui hanno preso parte rappresentanti di vari circoli ecumenici
in Polonia, si è deciso di focalizzare un tema che riguardasse il potere trasformante della fede in Cristo,
particolarmente in relazione alla nostra preghiera per l’unità visibile della Chiesa, corpo di Cristo. La scelta
si fondava sulle parole dell’apostolo Paolo alla chiesa di Corinto, in cui si richiama il carattere temporaneo
della vita presente (con le sue apparenti “vittorie” e “sconfitte”), ponendola a confronto con ciò che riceviamo
dalla vittoria di Cristo attraverso il mistero pasquale.
Come motivare la scelta di questo tema?
La storia della Polonia è stata segnata da una serie di sconfitte e di vittorie. Possiamo ricordare le
molte volte in cui la Polonia è stata invasa da nemici, la spartizione, l’oppressione di potenze straniere e di
regimi ostili. La lotta costante per superare ogni prigionia e il desiderio di libertà sono un tratto caratteristico
della storia polacca, che ha portato cambiamenti significativi nella vita della nazione. Eppure, quando
c’è una vittoria, ci sono delle persone che hanno perso e che non condividono la gioia e il trionfo dei vincitori.
Tale profilo peculiare della storia polacca, ha portato il Gruppo ecumenico locale responsabile della
stesura del testo di quest’anno a riflettere più approfonditamente su che cosa significhi “vincere” e
“perdere”, soprattutto dal momento che il linguaggio della “vittoria” è così spesso compreso in termini
trionfalistici. Cristo, invece, ci ha mostrato una strada assai diversa!
Nel 2012 il Campionato mondiale di calcio si terrà in Polonia e in Ucraina. Ciò non sarebbe stato
possibile in nessun modo negli anni passati. Per molti questo è il segno di un’altra “vittoria nazionale”, poiché
centinaia di milioni di tifosi attenderanno con impazienza notizie delle squadre vincenti fra quelle in
gara in questa parte dell’Europa. Questo semplice esempio ci può far pensare alla delusione di coloro che
non vinceranno - non solo nello sport, ma anche nella loro vita e nelle loro comunità: chi spenderà una parola
per i vinti, per coloro che costantemente soffrono sconfitte perché, per vari motivi e circostanze, viene
sempre negata loro la vittoria? La competizione è un carattere permanente non solo dello sport, ma anche
della vita politica, economica, culturale, e persino ecclesiale.
Quando i discepoli di Gesù disputarono su “chi fosse il più grande” (Mc 9, 34), era evidente che erano
molto coinvolti. Ma la reazione di Gesù fu molto semplice: “Se uno vuol essere il primo, deve essere
l’ultimo di tutti e il servitore di tutti” (Mc 9, 35). Queste parole parlano di vittoria mediante il servizio reciproco,
l’aiuto, l’incoraggiare l’autostima degli “ultimi”, dei dimenticati, degli esclusi. Per tutti i cristiani, la
migliore espressione di questo umile servizio è Gesù Cristo, la sua vittoria attraverso la sua morte e la sua
resurrezione. È nella sua vita, nei suoi atti, nei suoi insegnamenti, nella sua sofferenza, morte e resurrezione
che vogliamo trovare ispirazione oggi, per una vittoriosa vita di fede, che si esprima nell’impegno sociale,
nello spirito di umiltà, nel servizio e nella fedeltà al vangelo. E, mentre attendeva la sofferenza e la morte
che si avvicinavano, Gesù pregò per i suoi discepoli, perché fossero “una cosa sola [...] così il mondo crederà”
(Gv 17, 21). Questa “vittoria” è possibile soltanto attraverso una trasformazione spirituale, una conversione,
tale consapevolezza ha motivato la scelta delle parole dell’apostolo Paolo alle nazioni quale tema
16
per la Settimana di preghiera di quest’anno. Il traguardo da raggiungere è una vittoria che unisca tutti i cristiani
nel servizio a Dio e al prossimo.
Mentre preghiamo e ci adoperiamo per la piena e visibile unità della Chiesa, noi - e le tradizioni a cui
apparteniamo - saremo dunque cambiati, trasformati e conformati ad immagine di Cristo. L’unità per cui
preghiamo può richiedere un rinnovamento delle forme di vita della Chiesa che ci sono familiari. Questa è
una visione emozionante, ma che potrebbe anche farci paura. L’unità per cui preghiamo non è soltanto una
nozione “comoda” di amicizia e collaborazione: essa richiede la volontà di evitare ogni competizione fra di
noi. Dobbiamo aprirci gli uni agli altri, offrire e ricevere doni gli uni dagli altri, per poter entrare realmente
nella nuova vita in Cristo, che è l’unica vera vittoria.
Nel piano di salvezza di Dio c’è posto per tutti. Mediante la sua morte e resurrezione, Cristo abbraccia
tutti, vincitori e vinti, “perché chiunque creda in lui abbia vita eterna” (Gv 3, 15). Anche noi possiamo
partecipare alla sua vittoria! Dobbiamo solo credere in lui e troveremo facile vincere il male con il bene.
Otto giorni per riflettere sul nostro cambiamento in Cristo
In questa Settimana siamo invitati ad approfondire la nostra fede nel fatto che saremo tutti trasformati
dalla vittoria di Gesù Cristo, nostro Signore. Le letture bibliche, i commenti, le preghiere e le domande di
riflessione sono tutti miranti ad esplorare diversi aspetti di che cosa ciò significhi per la vita dei cristiani e
per la loro unità. Cominciamo col contemplare Cristo che serve, e il nostro percorso ci porterà alla celebrazione
finale del Regno di Cristo, che passa attraverso la sua croce e la sua resurrezione.
Primo giorno: Trasformati da Cristo, colui che serve - “Il Figlio dell’uomo è venuto [...] per
servire” (Mc 10, 45)
Incontriamo Gesù nella strada per la vittoria mediante il servizio: noi lo vediamo come colui che “è
venuto non per farsi servire, ma per servire” (Mc 10, 45). Di conseguenza, la Chiesa di Cristo è una comunità
che serve. I nostri diversi doni per il servizio comune all’umanità rendono visibile la nostra unità in
Cristo.
Secondo giorno: Trasformati dalla paziente attesa del Signore - “Lascia fare, per ora. Perché è
bene che noi facciamo così la volontà di Dio sino in fondo” (Mt 3, 15)
Ci concentriamo sulla paziente attesa del Signore. Perseveranza e pazienza sono richieste per raggiungere
qualsiasi risultato. La preghiera a Dio per qualsivoglia atto di trasformazione è anche un atto di
fede e di fiducia nelle sue promesse. Questa attesa del Signore è propizia per tutti coloro che, in questa Settimana,
pregano per l’unità visibile della Chiesa. Ogni attività ecumenica richiede tempo, reciproca attenzione
e azione comune. Siamo tutti chiamati a collaborare con l’azione dello Spirito Santo nell’unire i cristiani.
Terzo giorno: Trasformati dal Servo sofferente - “Cristo [...] morì per voi” (1 Pt 2, 21)
Riflettiamo sulla sofferenza di Cristo. Seguendo Cristo, Servo sofferente, i cristiani sono chiamati
alla solidarietà con quanti soffrono. Più ci avviciniamo alla croce di Cristo, più ci avviciniamo gli uni agli
altri.
Quarto giorno: Trasformati dalla vittoria del Signore sul male - “Vinci il male con il bene” (Rm
12, 21)
La riflessione ci porta più in profondità nella lotta contro il male. La vittoria in Cristo è il superamento
di tutto ciò che danneggia la creazione di Dio e che ci tiene lontani gli uni dagli altri. In Gesù siamo
chiamati a condividere questa nuova vita, combattendo con lui contro quanto vi è di distorto in questo mon17
do, ma anche con rinnovata fiducia e gioia per quanto vi è di buono. Nella nostra condizione di divisione
non possiamo essere sufficientemente forti per superare il male dei nostri tempi.
Quinto giorno: Trasformati dalla pace del Cristo Risorto - “Gesù [...] si fermò in piedi in mezzo
a loro e li salutò dicendo: ‘La pace sia con voi’” (Gv 20, 19)
Celebriamo la pace del Signore risorto. Il Risorto è il Vittorioso sulla morte e sulle tenebre. Egli unisce
i discepoli, che erano paralizzati dalla paura; dischiude innanzi a noi nuovi scenari di vita e di azione
per la venuta del suo Regno. Il Signore risorto unisce e dà nuova forza a tutti i credenti. La pace e l’unità
sono i segni della nostra trasformazione nella resurrezione.
Sesto giorno: Trasformati dall’amore misericordioso di Dio - “È la nostra fede che ci dà la
vittoria” (1 Gv 5, 4)
Concentriamo la nostra attenzione sull’amore di Dio che è per sempre. Il mistero pasquale rivela il
suo amore misericordioso ed eterno e ci chiama ad un modo nuovo di vivere la nostra fede. Questa fede
supera la paura e apre i nostri cuori alla potenza dello Spirito. Questa fede ci chiama all’amicizia con Cristo
e gli uni con gli altri.
Settimo giorno: Trasformati dal buon Pastore - “Abbi cura dei miei agnelli” (Gv 21, 17)
I testi della Bibbia ci mostrano il Signore che infonde vigore al suo gregge. Seguendo il buon Pastore,
siamo chiamati a rafforzarci gli uni gli altri nel Signore e a sostenere e fortificare i deboli e i perduti. C’è
un solo Pastore, noi siamo il suo popolo.
Ottavo giorno: Uniti nel Regno di Cristo - “I vincitori li farò sedere insieme a me, sul mio trono”
(Ap 3, 21)
In quest’ultimo giorno della nostra Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, celebriamo il Regno
di Cristo. La vittoria di Cristo ci abilita a guardare al futuro con speranza. Questa vittoria supera tutto
ciò che ci trattiene dal condividere la pienezza di vita con lui e gli uni con gli altri. I cristiani sanno che
l’unità fra noi è, innanzitutto, un dono di Dio. È una condivisione nella gloriosa vittoria di Cristo su tutto
ciò che divide.
La preparazione del materiale per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2012
La prima bozza del materiale per la Settimana di quest’anno è stata preparata nel periodo febbraiogiugno
2010 da un Gruppo di rappresentanti incaricati dalla Commissione per il dialogo della Conferenza
episcopale polacca e dal Consiglio ecumenico polacco. Desideriamo esprimere il nostro ringraziamento a
tutti coloro che hanno contribuito e, in particolare, a:
Edward Puślecki (Sovrintendente generale della Chiesa unita metodista in Polonia,
Varsavia)
S.E.R. Krzysztof Nitkiewicz (Chiesa cattolica, Vescovo di Sandomierz)
Sig.ra Monika Waluś (Chiesa cattolica, Józefów)
Sig.ra Kalina Wojciechowska (Chiesa evangelica luterana, Varsavia)
Rev. Andrzej Gontarek (Chiesa polacca cattolica, Lublino)
Rev. Ireneusz Lukas (Chiesa evangelica luterana, Varsavia)
18
Rev. Henryk Paprocki (Chiesa ortodossa autocefala polacca, Varsavia)
Rev. Sławomir Pawłowski SAC (Chiesa cattolica, Lublino)
I testi proposti sono stati redatti nella forma finale dalla Commissione internazionale nominata dalla
Commissione Fede e Costituzione (Consiglio ecumenico delle chiese) e dal Pontificio Consiglio per la
promozione dell’unità dei cristiani (Chiesa cattolica). La Commissione si è riunita nel settembre 2010 presso
il Segretariato della Conferenza episcopale polacca (Sekretariat Konferencji Episkopatu Polski) a Varsavia
ed esprime la propria riconoscenza alla Conferenza e al presidente per aver generosamente ospitato
l’incontro. La Commissione è anche grata all’arcivescovo Jeremiasz, presidente del Consiglio ecumenico
polacco, e al vescovo Tadeusz Pikus, presidente del Consiglio della Conferenza episcopale polacca per
l’ecumenismo, che ha riunito il Gruppo locale della Polonia; ai coordinatori del Gruppo di lavoro, rev. Ireneusz
Lukas (Chiesa evangelica luterana) e rev. Sławomir Pawłowski (Chiesa cattolica), e a tutti coloro che
hanno coadiuvato il lavoro della Commissione internazionale.
19
LETTURE BIBLICHE E COMMENTO
PER OGNI GIORNO DELLA SETTIMANA
Nota:
I testi biblici riportati nel presente fascicolo sono tratti da:
‘Parola del Signore’ – La Bibbia, Traduzione interconfessionale in lingua corrente
Leumann / Roma, Elledici / Alleanza Biblica Universale, 2000
20
PRIMO GIORNO: Trasformati da Cristo, colui che serve
“Il Figlio dell’uomo è venuto [...] per servire” (Mc 10, 45)
Zaccaria 9, 9-10 Un re giusto e vittorioso, umile
Gioisci, sii contenta, Gerusalemme!
Esulta di felicità, città di Sion!
Guarda, il tuo re viene a te,
giusto e vittorioso,
umile e sopra un asino,
un asinello puledro d’asina.
Farà scomparire da Israele i carri da guerra
e da Gerusalemme i cavalli,
spezzerà gli archi dei soldati.
Ristabilirà la pace fra le nazioni
e regnerà da mare a mare,
dal fiume Eufrate
fino ai confini della terra.
Salmo 131(130), 1-3 Il mio cuore non ha pretese
Canto dei pellegrini. Salmo di Davide.
Signore, il mio cuore non ha pretese,
non è superbo il mio sguardo,
non desidero cose grandi
superiori alle mie forze:
io resto tranquillo e sereno.
Come un bimbo in braccio a sua madre
è quieto il mio cuore dentro di me.
Israele, confida nel Signore
da ora e per sempre!
Romani 12, 3-8 Abbiamo compiti diversi, per aiutare
Per la grazia che mi è stata data, dico a ciascuno di voi di non sopravvalutarsi, ma di valutarsi invece nel
modo giusto, secondo la misura della fede che Dio gli ha dato. In un solo corpo vi sono molte membra, ma
non tutte hanno la stessa funzione. E così noi, che siamo molti, siamo tutti uniti a Cristo, e siamo uniti agli
altri come parti di un solo corpo. Secondo la capacità che Dio ci ha dato, noi abbiamo compiti diversi. Se
abbiamo ricevuto il dono di essere profeti, annunziamo la parola di Dio secondo la fede ricevuta. Se abbiamo
ricevuto il dono di aiutare gli altri, aiutiamoli! Chi ha avuto il dono dell’insegnamento, insegni. Chi il
dono di esortare, esorti. Chi dà qualcosa agli altri, lo faccia con semplicità. Chi ha responsabilità nella comunità,
dimostri cura e diligenza. Chi aiuta i poveri, lo faccia con gioia.
Marco 10, 42-45 Il Figlio dell’uomo è venuto non per farsi servire, ma per servire
Allora Gesù li chiamò attorno a sé e disse: «Come sapete, quelli che sono ritenuti sovrani dei popoli comandano
come duri padroni. Le persone potenti fanno sentire con la forza il peso della loro autorità. Ma tra
voi non deve essere così. Anzi, se uno tra voi vuole essere grande, si faccia servo di tutti; e se uno vuol essere
il primo, si faccia servitore di tutti. Infatti anche il Figlio dell’uomo è venuto non per farsi servire, ma
per servire e per dare la propria vita come riscatto per la liberazione degli uomini».
21
Commento
La venuta del Messia e la sua vittoria si sono realizzate nel servizio. Gesù vuole che lo spirito di servizio
riempia anche il cuore dei suoi seguaci. Egli ci insegna che la vera grandezza consiste nel servire Dio
e il prossimo. Cristo ci dona il coraggio di scoprire che Egli è colui per il quale servire è regnare - come
recita un antico detto cristiano.
La profezia di Zaccaria riguardo a un re vittorioso ed umile si è realizzata in Cristo. Egli, il principe
della pace, viene a Gerusalemme, la città della pace; non la conquista con l’inganno e la violenza, ma con
la mitezza e l’umiltà.
Il Salmo 131, in modo conciso ma eloquente, descrive lo stato di pace spirituale che è frutto
dell’umiltà. L’immagine della madre con il bambino è un segno del tenero amore di Dio e della fiducia in
Lui, cui è chiamata l’intera comunità dei fedeli.
L’apostolo Paolo ci sfida a fare un sobrio e umile esame di noi stessi e a scoprire le nostre capacità.
Sebbene abbiamo diversità di doni, tuttavia siamo un solo corpo in Cristo. Nelle nostre divisioni, ciascuna
delle tradizioni è stata arricchita dal Signore con doni che devono essere posti a servizio degli altri.
“Il Figlio dell’uomo è venuto non per farsi servire, ma per servire e per dare la propria vita come riscatto
per la liberazione degli uomini” (Mc 10, 45): con la sua diakonia Cristo ci ha redento dal nostro rifiuto
di servire Dio. Egli è divenuto, così, modello di restaurazione di ogni relazione umana: “Se uno tra
voi vuol essere grande, si faccia servo di tutti” (Mc 10, 44), è questa la nuova misura della grandezza e della
preminenza.
Nella Lettera ai Romani Paolo ci ricorda che i diversi doni a noi elargiti devono essere posti a servizio
degli altri: la profezia, il ministero, l’insegnamento, l’esortazione, il dare, il governare e la compassione.
Pur nella nostra diversità, siamo sempre un solo corpo in Cristo, e membra gli uni degli altri. I nostri
diversi doni nel servizio comune all’umanità rendono visibile la nostra unità in Cristo. L’azione comune
dei cristiani per il bene dell’umanità, per combattere la povertà e l’ignoranza, difendere gli oppressi, avere
a cuore la pace e preservare la vita, sviluppare la scienza la cultura e l’arte sono espressione di un ecumenismo
pratico di cui la Chiesa e il mondo hanno assoluto bisogno. L’imitazione di Cristo, colui che serve,
rende eloquente testimonianza al vangelo, scuotendo non solo le menti, ma anche i cuori. Tale comune servizio
è un segno del Regno di Dio che viene, il Regno del Cristo, di colui che serve.
Preghiera
O Dio onnipotente ed eterno, nel percorrere la regale via del servizio, il tuo Figlio ci conduce
dall’arroganza della nostra disobbedienza all’umiltà del cuore. Rendici uno nel tuo Santo Spirito, affinché
nel servizio alle sorelle e ai fratelli possa rivelarsi il tuo vero volto. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Amen.
Domande per la riflessione personale
1. Quali sono le opportunità di servizio maggiormente minacciate dall’orgoglio e dall’arroganza?
2. Che cosa si dovrebbe fare per assicurare che tutti i ministeri cristiani siano maggiormente percepiti come
servizi?
3. Che cosa potrebbero i cristiani di diverse tradizioni fare meglio insieme piuttosto che isolatamente per
testimoniare Cristo, colui che serve?
22
SECONDO GIORNO: Trasformati dalla paziente attesa del Signore
“Lascia fare, per ora. Perché è bene che noi facciamo
così la volontà di Dio sino in fondo” (Mt 3, 15)
1 Samuele 1, 1-20 L’attesa fiduciosa e paziente di Anna
A Rama, una città della regione montuosa di Efraim, viveva un uomo che si chiamava Elkana. Apparteneva
alla tribù di Efraim e al gruppo di famiglie di Zuf; era discendente di Ierocam, Eliu, Tocu e Zuf. Aveva due
mogli: Anna e Peninna. Peninna aveva figli, Anna invece non ne aveva. Ogni anno Elkana partiva dalla sua
città e andava al santuario di Silo per adorare il Signore degli eserciti d'Israele, e offrirgli sacrifici. In quel
santuario erano sacerdoti i due figli di Eli: Ofni e Finees. Un giorno Elkana andò a offrire il sacrificio. Egli
aveva l'abitudine di dare a Peninna e a ciascuno dei suoi figli un pezzo dell'animale sacrificato. Ad Anna,
però, dava un pezzo speciale, perché l'amava molto, anche se il Signore non le aveva concesso di avere figli.
Peninna, invece, sua rivale, tormentava continuamente Anna e la umiliava proprio perché era sterile.
Così, ogni anno, quando Anna si recava al santuario del Signore si ripeteva la stessa scena. Quel giorno
Anna si mise a piangere e non voleva mangiare. Suo marito le disse: «Anna, perché piangi e non vuoi mangiare?
Perché sei così triste? Io, per te, non conto più di dieci figli?». Alla fine del banchetto sacro nel santuario
del Signore a Silo, Anna si alzò. In quel momento il sacerdote Eli era seduto sulla sua seggiola all'ingresso
del santuario. Anna era molto triste: mentre pregava, piangeva amaramente. Fece al Signore questa
solenne promessa: «Signore degli eserciti d'Israele, guarda la mia miseria! Ricordati di me che sono la tua
serva, non abbandonarmi! Se mi darai un figlio, ti prometto di consacrarlo per sempre al tuo servizio: i suoi
capelli non verranno mai tagliati». Anna continuò a pregare il Signore per molto tempo, mentre Eli la guardava.
Anna pregava in silenzio: muoveva le labbra ma la sua voce non si sentiva. Per questo Eli la prese
per ubriaca e le disse:
- Per quanto tempo ancora sarai ubriaca? Vai a smaltire il tuo vino!
- Non ho bevuto né vino né bevande forti, - rispose Anna; - sono soltanto una donna infelice che ha aperto
il cuore al Signore. Non considerarmi una donna da poco: ho pregato così a lungo per la tristezza e l'umiliazione.
Allora Eli le disse:
- Va’ in pace! Che il Dio d'Israele ti conceda quel che gli hai domandato.
- E tu, - rispose Anna, - conserva un buon ricordo di me.
Poi se ne andò, e, finalmente, prese un po’ di cibo: la tristezza era scomparsa dal suo volto.
Nascita e infanzia di Samuele
Il giorno dopo Elkana e la sua famiglia si alzarono di buon mattino, si inchinarono davanti al Signore e fecero
ritorno alla loro casa, a Rama. Elkana si unì a sua moglie Anna, e il Signore esaudì la preghiera che la
donna aveva fatto. Anna restò incinta e, a suo tempo, diede alla luce un figlio. Lo chiamò Samuele,
«perché, diceva, l'ho domandato al Signore».
Salmo 40(39), 1-18 L’attesa paziente del Signore
Per il direttore del coro. Salmo di Davide.
Ho continuato a sperare nel Signore:
si è chinato verso di me e ha ascoltato il mio lamento.
Mi ha tratto dalla fossa, dalla fangosa palude della morte.
Ha posto i miei piedi al sicuro su una roccia, ha reso sicuri i miei passi.
Mi ha messo sulle labbra un canto nuovo, un canto di lode per il nostro Dio.
Molti vedranno e, pieni di rispetto, avranno fiducia nel Signore.
Felice l’uomo che ha fede nel Signore e non si rivolge agli idoli,
a dèi falsi e bugiardi.
Quante cose hai fatto, Signore, quanti miracoli e progetti per noi;
nessuno è come te, mio Dio!
Vorrei parlarne, raccontarli, ma sono troppo numerosi.
23
Tu non hai voluto sacrifici e offerte, non hai chiesto di bruciare animali sull’altare,
o di offrire sacrifici per togliere i peccati. Mi hai dato orecchie per ascoltarti!
Allora ho detto: «Ecco, io vengo: Nel libro è scritta per me la tua volontà».
Sono contento di compiere il tuo volere, la tua legge è nel mio cuore.
Nella grande assemblea ho annunziato la salvezza,
non ho chiuso la bocca, Signore, lo sai!
Non ho tenuto per me la tua salvezza; ho detto che sei fedele e aiuti.
Nella grande assemblea non ho taciuto la tua verità e il tuo amore.
Signore, non privarmi della tua misericordia;
il tuo amore e la tua verità mi proteggano sempre.
Mi sommergono molti mali, non li posso neppure contare.
Le mie colpe mi opprimono, e non vedo più nulla.
Sono più numerose dei miei capelli: ho perso ogni coraggio.
Corri, Signore, in mio aiuto, vieni presto a salvarmi.
Siano tutti umiliati e coperti di infamia quelli che attentano alla mia vita;
si diano alla fuga pieni di vergogna quelli che godono della mia rovina.
Siano sconvolti e confusi quelli che mi dicono: «Ti sta bene».
Gioiscano e si rallegrino tutti quelli che ti cercano.
Dicano sempre: «Grande è il Signore!» quelli che amano la tua salvezza.
Io sono povero e misero, ma il Signore pensa a me.
Tu sei il mio aiuto e il mio liberatore; mio Dio, non tardare!
Ebrei 11, 32-34 Per fede essi conquistarono paesi, praticarono la giustizia
E che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo se volessi parlare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte,
di Davide, di Samuele e dei profeti. Per fede essi conquistarono paesi, praticarono la giustizia, ottennero
ciò che Dio aveva loro promesso. Chiusero le fauci dei leoni, riuscirono a spegnere fuochi violenti, evitarono
di essere uccisi con la spada. Essi erano deboli e diventarono forti, furono potenti in battaglia e cacciarono
indietro invasori stranieri.
Matteo 3, 13-15 Lascia fare, per ora. Perché è bene che noi facciamo così la volontà
di Dio sino in fondo.
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne fino al fiume Giordano e si avvicinò a Giovanni per farsi battezzare
da lui. Ma Giovanni non voleva e cercava di convincerlo dicendo: Sono io che avrei bisogno di essere
battezzato da te; e tu invece vieni da me? Ma Gesù rispose: Lascia fare, per ora. Perché è bene che noi facciamo
così la volontà di Dio sino in fondo. Allora Giovanni accettò.
Commento
La vittoria è spesso associata con il trionfo immediato. Tutti conoscono il sapore del successo quando,
dopo una battaglia difficile, ricevono congratulazioni, riconoscimenti e persino ricompense. In momenti
così felici, è difficile rendersi conto che la vittoria, nell’ottica cristiana, è un lungo processo di trasformazione.
La comprensione di tale vittoria trasformante ci insegna che essa avviene secondo i tempi di Dio,
non i nostri, e richiede da noi paziente fiducia e profonda fede in Dio.
Anna ha testimoniato questa fede paziente e questa speranza. Dopo molti anni in attesa di una gravidanza,
pregò Dio di avere un bambino, anche a costo che le lacrime della sua preghiera venissero prese per
ubriachezza dal sacerdote alla porta del tempio. Quando Eli la assicurò che Dio avrebbe esaudito la sua
preghiera, lei ebbe fiducia, attese e non fu più triste. Anna concepì e diede alla luce un bambino che chiamò
Samuele. La grande vittoria in questa storia non è legata a nazioni o armi, ma ad un travaglio privato e personale.
Alla fine, la fiducia e la speranza di Anna non conducono soltanto ad una trasformazione di lei, ma
anche del suo popolo, in favore del quale il Dio di Israele interverrà, attraverso suo figlio Samuele.
Il salmista richiama la paziente attesa del Signore da parte di Anna nel contesto di un’altra battaglia:
24
anche il salmista cercava la liberazione da una situazione che rimane a noi sconosciuta, ma a cui allude la
frase: “mi ha tratto dalla fossa, dalla fangosa palude della morte” (Sal 40, 3). Egli rende grazie a Dio che ha
trasformato la sua vergogna e la sua confusione, e continua a credere nell’amore misericordioso di Dio.
L’autore della Lettera agli Ebrei richiama la pazienza di persone come Abramo (cfr. Eb 6, 15) e altri
che furono vittoriosi mediante la loro fede e la loro fiducia in Dio. Rendersi conto che Dio interviene ed
entra nella trama della storia umana elimina la tentazione di essere trionfalisti in senso umano.
Nel vangelo, la voce dal cielo al momento del battesimo di Gesù che annuncia “Questo è il mio Figlio
che io amo” (Mt 3, 17), sembra garantire l’immediato successo della sua missione messianica. Nel resistere
al maligno, tuttavia, Gesù non soccombe alla tentazione di introdurre al Regno di Dio senza indugi,
ma rivela pazientemente che cosa significhi la vita nel Regno attraverso la sua vita e il suo ministero, che
conduce alla morte in croce. Sebbene il Regno di Dio irrompa decisamente con la resurrezione, tuttavia non
è ancora pienamente realizzato. La vittoria finale verrà solo con la seconda venuta del Signore, che noi attendiamo
in paziente speranza e con fiducia invochiamo: “Vieni, Signore Gesù!”.
Anche la nostra attesa per l’unità visibile della Chiesa deve essere paziente e fiduciosa. La nostra preghiera
per l’unità dei cristiani è come la preghiera di Anna e del salmista. Il nostro lavoro per l’unità dei
cristiani è come gli eventi ricordati nella Lettera agli Ebrei. Il nostro atteggiamento di attesa paziente non
significa passività o rassegnazione, ma profonda fede nell’unità della Chiesa non come un nostro traguardo,
ma come dono del Signore. Questa paziente attesa, preghiera e fiducia ci trasformano e ci preparano
all’unità visibile della Chiesa, non come noi la programmiamo, ma come Dio ce la dona.
Preghiera
O Dio fedele, Tu sei veritiero nella tua parola in ogni tempo. Fa’ che noi, come Gesù possiamo avere
pazienza e fiducia nel tuo amore eterno. Illuminaci con il tuo Santo Spirito, affinché non ostacoliamo mai,
con i nostri giudizi severi, la tua piena giustizia, e affinché possiamo riconoscere la tua saggezza e il tuo
amore in tutte le cose. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Domande per la riflessione personale
1. In quali situazioni della nostra vita dovremmo avere maggior fiducia nelle promesse di Dio?
2. Quali settori della vita della Chiesa sono particolarmente esposti al pericolo di azioni affrettate?
3. In quali situazioni i cristiani dovrebbero attendere, in quali agire insieme?
25
TERZO GIORNO: Trasformati dal Servo sofferente
“Cristo [...] morì per voi” (1 Pt 2, 21)
Isaia 53, 3-11 Un uomo pieno di sofferenze e di dolore
Noi l'abbiamo rifiutato e disprezzato;
come un uomo pieno di sofferenze e di dolore.
Come uno che fa ribrezzo a guardarlo,
che non vale niente,
e non lo abbiamo tenuto in considerazione.
Eppure egli ha preso su di sé le nostre malattie,
si è caricato delle nostre sofferenze,
e noi pensavamo che Dio
lo avesse castigato, percosso e umiliato.
Invece egli è stato ferito
per le nostre colpe,
è stato schiacciato per i nostri peccati.
Egli è stato punito,
e noi siamo stati salvati.
Egli è stato percosso,
e noi siamo guariti.
Noi tutti eravamo come pecore smarrite,
ognuno seguiva la sua strada.
Ma il Signore ha fatto pesare su di lui
le colpe di tutti noi.
Egli si è lasciato maltrattare,
senza opporsi e senza aprir bocca,
docile come un agnello condotto al macello,
muto come una pecora davanti ai tosatori.
È stato arrestato,
giudicato e condannato,
ma chi si è preoccupato per lui?
È stato eliminato dal mondo dei vivi,
colpito a morte
per i peccati del suo popolo.
È stato sepolto con i criminali,
si è trovato con i ricchi nella tomba.
Eppure non aveva commesso alcun delitto,
non aveva ingannato nessuno.
Ma il Signore ha voluto castigarlo
e lo ha fatto soffrire.
Lui, suo servo, ha dato la vita
come un sacrificio per gli altri;
avrà discendenza e vivrà a lungo.
Realizzerà il progetto del Signore.
Il Signore dichiara:
«Dopo tante sofferenze,
egli, il mio servo, vedrà la luce
e sarà soddisfatto
di quel che ha compiuto.
Infatti renderà giusti davanti a me
un gran numero di uomini,
perché si è addossato i loro peccati.
26
Salmo 22(21), 12-25 Il Signore non mi ha respinto e non si è vergognato della mia miseria
Non stare lontano da me, sono in pericolo e non c'è chi mi aiuta.
I nemici mi circondano come mandrie di tori,
mi accerchiano come bufali enormi,
ruggiscono come leoni feroci, contro di me spalancano la bocca.
Le mie forze se ne vanno come acqua che scorre,
le mie ossa sono tutte slogate,
il mio cuore si scioglie come cera.
Sono inaridito come terra secca e la lingua mi si attacca al palato:
mi hai portato a un passo dalla morte.
Una banda di malvagi mi circonda,
mi accerchiano come un branco di cani,
mi hanno legato mani e piedi.
Sono ridotto a pelle e ossa:
mi stanno a guardare soddisfatti.
Già si dividono i miei vestiti e la mia tunica tirano a sorte.
Signore, non stare lontano da me:
sei tu la mia forza, corri in mio aiuto.
Difendi la mia vita dalla spada,
strappala dalle unghie di quei cani.
Salvami dalla bocca dei leoni,
liberami dalle corna dei bufali.
Signore, mi hai ascoltato.
Parlerò di te ai miei fratelli,
canterò le tue lodi in mezzo all'assemblea.
Lodate il Signore, voi che credete in lui;
glorificatelo, figli di Giacobbe;
adoratelo, gente d’Israele.
Il Signore non mi ha respinto,
non si è vergognato della mia miseria,
non mi ha voltato le spalle:
egli ha raccolto il mio grido di aiuto.
1 Pietro 2, 21-25 Cristo morì per voi
Dio vi ha scelti perché vi comportiate come Cristo quando morì per voi. Egli vi ha lasciato un esempio da
seguire.
Egli non ha mai fatto un peccato,
con le sue parole non ha mai
imbrogliato nessuno.
Quando lo offendevano, non restituiva le offese;
quando lo facevano soffrire,
non parlava di vendetta,
ma aveva fiducia in Dio
che giudica con giustizia.
Egli ha preso su di sé i nostri peccati,
e li ha portati con sé sulla croce,
perché finiamo di vivere per il peccato
e viviamo invece per il bene una vita giusta.
Le sue ferite sono state la vostra guarigione.
Eravate come pecore disperse,
ma ora siete tornati al vostro pastore,
al guardiano delle vostre anime.
27
Luca 24, 25-27 Il Messia non doveva forse soffrire queste cose?
Allora Gesù disse: Voi capite poco davvero; come siete lenti a credere quel che i profeti hanno scritto! Il
Messia non doveva forse soffrire queste cose prima di entrare nella sua gloria?
Quindi Gesù spiegò ai due discepoli i passi della Bibbia che lo riguardavano. Cominciò dai libri di Mosè
fino agli scritti di tutti i profeti.
Commento
Il paradosso divino è che Dio può trasformare la tragedia e il disastro in una vittoria. Egli trasforma tutte le
nostre sofferenze e traversie, e l’enorme dolore della storia in una resurrezione che abbraccia il mondo intero.
Mentre sembra essere sconfitto Egli è invece la vera vittoria che nessuno e nulla può superare.
La toccante profezia d’Isaia sul Servo sofferente del Signore fu pienamente realizzata in Cristo. Dopo
aver patito una straziante agonia, l’Uomo dei dolori “avrà discendenza” (Is 53, 10). Siamo noi quella discendenza,
nata dalle sofferenze del Salvatore. In questo modo noi siamo resi in Lui una sola famiglia. Si
potrebbe dire che il Salmo 22 non sia solo su Gesù, ma anche per Gesù. Il Salvatore stesso pregò questo
salmo sulla croce, quando ne pronunciò le desolate parole d’apertura. “Dio mio, Dio mio, perché mi hai
abbandonato?” (Sal 22, 2). Eppure nella seconda parte del salmo il lamento, l’implorazione piena di dolore
si muta in lode di Dio per le sue opere.
L’apostolo Pietro è un “testimone della sofferenza di Cristo” (1 Pt 5, 1), e ce la presenta quale esempio:
è a questa sofferenza per amore che siamo chiamati. Gesù non maledisse Dio, ma si sottomise a colui
che tutto giudica con giustizia. Le sue ferite ci hanno guariti e ci hanno riportati all’unico Pastore.
Solo alla luce della presenza del Signore e della sua parola si svela il piano divino delle sofferenze
del Messia. Proprio come per i discepoli sulla strada di Emmaus, Gesù è sempre il nostro compagno di viaggio
sulla strada della vita, che ci infiamma i cuori e ci apre gli occhi sul misterioso piano della salvezza.
I cristiani sperimentano la sofferenza come risultato della fragile condizione umana; riconosciamo
questa sofferenza nelle ingiustizie sociali e nelle situazioni di persecuzione. Il potere della croce ci conduce
all’unità, la sofferenza di Cristo è fonte di compassione e di solidarietà con l’intera famiglia umana. Come
afferma un teologo contemporaneo: “Più ci avviciniamo alla croce di Cristo, più ci avviciniamo gli uni agli
altri”. La testimonianza dei cristiani uniti in situazioni di sofferenza assume grande credibilità. Nella nostra
solidarietà con tutti coloro che soffrono, impariamo dal Servo sofferente crocefisso la lezione dello svuotamento
di sé, dell’abbandono e del sacrificio. Questi sono i doni dati dal suo Spirito, sono ciò di cui abbiamo
bisogno nella strada verso l’unità in lui.
Preghiera
O Dio di consolazione, Tu hai trasformato la vergogna della croce in un segno di vittoria. Donaci di
essere uniti attorno alla croce del tuo Figlio per adorarlo per la misericordia offerta mediante il suo sacrificio.
Possa lo Spirito Santo aprire i nostri occhi e i nostri cuori, affinché possiamo aiutare chi soffre a sentire
la tua vicinanza. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Domande per la riflessione personale
1. Come può aiutarci la fede a rispondere a sofferenze lunghe nel tempo?
2. Quali ambiti dell’umana sofferenza sono oggi negletti o sottovalutati?
3. Come possono i cristiani testimoniare insieme la potenza della croce?
28
QUARTO GIORNO: Trasformati dalla vittoria del Signore sul male
“Vinci il male con il bene” (Rm 12, 21)
Esodo 23, 1-9 Non stare dalla parte della maggioranza, quando questa agisce male
Il Signore dice: «Non spargere notizie senza fondamento e non favorire il colpevole testimoniando per
l’ingiustizia. Non stare dalla parte della maggioranza quando questa agisce male. Quando sei testimone in
un processo, non testimoniare sotto l'influsso della maggioranza, se essa cerca di falsare la giustizia. Ma, se
è colpevole, non devi neppure favorire il debole nel suo processo. Se il bue o l'asino del tuo nemico si sono
persi e tu li trovi, devi riportarglieli. Se vedi l'asino del tuo nemico cadere sotto il carico, non devi abbandonare
il tuo nemico, ma aiutarlo a tirar su la bestia. «Non negare giustizia al povero coinvolto in un processo,
quando questi è innocente. Sta’ lontano dalla falsità. Non far morire l'innocente e il giusto, perché io
non assolvo chi si rende colpevole di questo. Non accettare doni, perché il dono rende cieco anche chi vede,
e corrompe le decisioni dei giusti. Non opprimere lo straniero: anche voi sapete cosa prova un forestiero,
perché siete stati stranieri in Egitto».
Salmo 1, 1-6 Felice l’uomo giusto: [...] sua gioia è la parola del Signore
Felice l’uomo giusto:
non segue i consigli dei malvagi, non va insieme ai peccatori,
non sta con chi bestemmia Dio;
ma sua gioia è la parola del Signore,
la studia notte e giorno.
Come albero piantato lungo il fiume
egli darà frutto a suo tempo,
le sue foglie non appassiranno:
riuscirà in tutti i suoi progetti.
Non è questa la sorte dei malvagi:
foglie morte portate via dal vento!
Saranno condannati in giudizio
ed esclusi dal popolo dei giusti.
Il Signore protegge il cammino dei giusti;
la via dei malvagi finisce nel nulla.
Romani 12, 17-21 Vinci il male con il bene
Non rendete a nessuno male per male. Preoccupatevi di fare il bene dinanzi a tutti. Se è possibile, per quanto
dipende da voi, vivete in pace con tutti. Non vendicatevi, carissimi, ma lasciate agire la collera di Dio,
perché nella Bibbia si legge: A me la vendetta, dice il Signore, darò io il contraccambio. Anzi, se il tuo nemico
ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere. Compòrtati così, e lo farai arrossire di vergogna.
Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene.
Matteo 4, 1-11 Adora il Signore, tuo Dio; a lui solo rivolgi la tua preghiera
Poi lo Spirito di Dio fece andare Gesù nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Per quaranta giorni e quaranta
notti Gesù rimase là, e non mangiava né beveva. Alla fine ebbe fame. Allora il diavolo tentatore si
avvicinò a lui e gli disse: Se tu sei il Figlio di Dio, comanda a queste pietre di diventare pane! Ma Gesù rispose:
“Nella Bibbia è scritto: Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che viene da Dio. Allora il
diavolo lo portò a Gerusalemme, la città santa; lo mise sul punto più alto del Tempio, e gli disse: Se tu sei il
Figlio di Dio, bùttati giù; perché nella Bibbia è scritto: Dio comanderà ai suoi angeli. Essi ti sorreggeranno
con le loro mani e così tu non inciamperai contro alcuna pietra. Gesù gli rispose: Ma nella Bibbia c’è
scritto anche: Non sfidare il Signore, tuo Dio. Il diavolo lo portò ancora su una montagna molto alta, gli
fece vedere tutti i regni del mondo e il loro splendore, e gli disse: Io ti darò tutto questo, se in ginocchio mi
adorerai. Ma Gesù disse a lui: Vattene via, Satana! Perché nella Bibbia è scritto: Adora il Signore, tuo Dio;
a lui solo rivolgi la tua preghiera. Allora il diavolo si allontanò da lui, e subito alcuni angeli vennero a servire
Gesù.
29
Commento
In Gesù impariamo che cosa significhi realmente la parola “vittoria” per gli esseri umani: felicità reciproca
nell’amore di Dio, mediante la sua vittoria su ciò che ci divide. Si tratta di una condivisione della
vittoria di Cristo sulle forze distruttive che danneggiano l’umanità e l’intera creazione di Dio. In Gesù possiamo
condividere una vita nuova, che ci chiama a lottare contro quanto è sbagliato nel nostro mondo, con
rinnovata fiducia e con gioia nel bene.
Le parole dell’Antico Testamento mettono in guardia in modo perentorio dal fare ciò che è sbagliato
e dal commettere ingiustizie. L’atteggiamento della maggior parte delle persone non può assolutamente
costituire un pretesto per autorizzare a commettere il male, né lo può la ricchezza o altre circostanze della
vita.
Il Salmo 1 attira l’attenzione non solo sulla necessità di osservare i comandamenti, ma soprattutto sulla
gioia che ciò procura. Chi ama la legge del Signore sopra ogni cosa è chiamato felice e beato. La parola
di Dio è una guida sicura nelle avversità; meditare sulla parola di Dio “notte e giorno” (Sal 1, 2) ci fa raggiungere
la sapienza umana e abilita ad una vita fruttuosa per il bene di tutti.
Nell’ammonizione dell’apostolo troviamo incoraggiamento a “vincere il male con il bene” (cfr. Rm
12, 21). Solo il bene può interrompere la spirale senza fine dell’odio e dell’umano desiderio di vendetta.
Nella lotta per il bene, non tutto dipende dall’essere umano. Tuttavia, l’apostolo Paolo richiama a porre ogni
sforzo per mantenere la pace con gli altri. Egli capisce che viviamo una battaglia continua per contrastare
l’istinto a nuocere chi ci ferisce, ma ci invita a non lasciarci vincere da questi sentimenti distruttivi.
Fare il bene è un modo efficace per combattere il male tra noi.
Il passaggio del vangelo descrive la lotta del Figlio di Dio contro Satana, personificazione del male.
La vittoria di Gesù sulle tentazioni nel deserto si realizza nella sua obbedienza al Padre, obbedienza che lo
conduce sulla croce. La resurrezione del Salvatore conferma che la bontà di Dio vince: l’amore supera la
morte. Il Signore risorto è vicino! Egli ci accompagna in ogni lotta contro la tentazione e il peccato nel
mondo. La sua presenza chiama i cristiani ad agire insieme nella causa del bene.
Lo scandalo è che, a causa delle nostre divisioni, noi non siamo in grado di combattere in modo sufficientemente
energico contro il male del nostro tempo. Uniti in Cristo, nella gioia della sua legge
dell’amore, siamo chiamati a condividere la sua missione di portare la speranza nei contesti di ingiustizia,
odio e disperazione.
Preghiera
Signore Gesù Cristo, ti rendiamo grazie per la tua vittoria sul male e sulla divisione. Ti rendiamo grazie
per il tuo sacrificio e la tua resurrezione che conquista la morte. Aiutaci nella nostra lotta quotidiana
contro ogni avversità. Fa’ che lo Spirito Santo ci dia forza e sapienza affinché, seguendo te, possiamo vincere
il male con il bene, e la divisione con la riconciliazione. Amen.
Domande per la riflessione personale
1. Dove scorgiamo il male nelle nostra vita?
2. In quale modo può la nostra fede in Cristo aiutarci a vincere il male e il Maligno?
3. Che cosa possiamo imparare da situazioni in cui, nelle nostre comunità, la divisione ha lasciato il posto
alla riconciliazione?
30
QUINTO GIORNO: Trasformati dalla pace del Cristo Risorto
“Gesù [...] si fermò in piedi in mezzo a loro e li salutò dicendo: ‘La pace
sia con voi’” (Gv 20, 19)
Ma 3, 23-24 Egli riconcilierà i padri con i figli e i figli con i padri
Il Signore dice: Prima che arrivi quel giorno, giorno grande e terribile del Signore, io vi invierò il profeta
Elia. Egli riconcilierà i padri con i figli e i figli con i padri. Così io non dovrò più venire a distruggere la
vostra terra.
Salmo 133(132), 1-4 Guarda come è bello e piacevole che i fratelli vivano insieme
Canto dei pellegrini. Salmo di Davide.
Guarda come è bello e piacevole
che i fratelli vivano insieme.
È come profumo d'olio prezioso
versato sul capo di Aronne,
che scorre sulla barba
fino sul collo del manto.
È come una fresca rugiada
che scende sul monte Sion
abbondante come sull’Ermon
In Sion, il Signore manda
la sua benedizione:
la vita per sempre!
Efesini 2, 14-20 Per mezzo della sua morte in croce li ha uniti in un solo corpo e li ha messi in pace
con Dio.
Infatti Cristo è la nostra pace: egli ha fatto diventare un unico popolo i pagani e gli Ebrei; egli ha demolito
quel muro che li separava e li rendeva nemici. Infatti, sacrificando se stesso, ha abolito la Legge giudaica
con tutti i regolamenti e le proibizioni. Così, ha creato un popolo nuovo, e ha portato la pace fra loro; per
mezzo della sua morte in croce li ha uniti in un solo corpo, e li ha messi in pace con Dio. Sulla croce, sacrificando
se stesso, egli ha distrutto ciò che li separava.
Egli è venuto ad annunziare il messaggio di pace: pace a voi che eravate lontani e pace a quelli che erano
vicini. Per mezzo di Gesù Cristo noi tutti, Ebrei e pagani, possiamo presentarci a Dio Padre, uniti dallo
stesso Spirito Santo.
Di conseguenza, ora voi non siete più stranieri, né ospiti. Anche voi, insieme con gli altri, appartenete al
popolo e alla famiglia di Dio. Siete parte di quell’edificio che ha come fondamenta gli apostoli e i profeti, e
come pietra principale lo stesso Gesù Cristo.
Giovanni 20, 19-23 Gesù [...] si fermò in piedi in mezzo a loro e li salutò dicendo: “La pace sia con voi”
La sera di quello stesso giorno, il primo della settimana, i discepoli se ne stavano con le porte chiuse per
paura dei capi ebrei. Gesù venne, si fermò in piedi in mezzo a loro e li salutò dicendo: «La pace sia con
voi». Poi mostrò ai discepoli le mani e il fianco, ed essi si rallegrarono di vedere il Signore. Gesù disse di
nuovo: «La pace sia con voi. Come il Padre ha mandato me, così io mando voi». Poi soffiò su di loro e disse:
«Ricevete lo Spirito Santo. A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi non li perdonerete, non
saranno perdonati».
Commento
Le parole finali dell’ultimo libro dell’Antico Testamento contengono la promessa che Dio manderà il
suo eletto per stabilire l’armonia e il rispetto in ogni casa. Generalmente temiamo le contese tra le nazioni o
31
le aggressioni inaspettate, ma il profeta Malachia attira la nostra attenzione su uno dei conflitti più difficili
e perduranti: le ferite nelle relazioni fra genitori e figli.
Il ristabilimento delle relazioni tra genitori e figli non è possibile senza l’aiuto di Dio: è l’eletto di Dio che
compie il miracolo della trasformazione dei cuori e delle relazioni delle persone.
Il Salmo 133 mostra quale grande gioia possa portare una tale unità fra le persone. L’essere umano
non è stato creato per essere solo, e non può vivere felice in un’atmosfera ostile. La felicità consiste nel vivere
in una comunità umana in armonia, pace, fiducia e comprensione. Le buone relazioni fra le persone
sono come rugiada sulla terra arida e prezioso olio che migliora la salute e aumenta il piacere della degustazione.
Il salmo si riferisce alla bontà del vivere insieme come una benedizione e un dono immeritato da Dio,
come la rugiada. Vivere insieme in unità non è appannaggio esclusivo dei membri della famiglia, ma è
annuncio della prossimità tra le persone che accettano la pace di Dio.
L’epistola ci narra di colui che il profeta Malachia annunciò. Gesù porta l’unità, perché “ha demolito
quel muro” (Ef 2, 14) di ostilità fra le genti nel suo stesso corpo. Generalmente, la vittoria di una persona
comporta il declino e la vergogna di coloro che sono stati sconfitti, che preferiscono ritirarsi. Gesù non rifiuta,
non distrugge, non umilia; Egli pone termine all’alienazione. Egli trasforma, guarisce e unisce tutti,
così che possano diventare “parte di quell’edificio” di Dio (Ef 2, 20).
Il vangelo richiama il dono del Signore risorto, dato ai suoi discepoli increduli e spaventati. “La pace
sia con voi” (Gv 20, 19), è il saluto di Cristo e il suo dono, ed è anche un invito a cercare la pace con Dio e
a stabilire nuove, durevoli relazioni in seno alla famiglia umana e a tutta la creazione. Gesù ha sconfitto la
morte e il peccato. Attraverso il dono dello Spirito Santo, il Signore risorto invita i suoi discepoli ad abbracciare
la sua missione di portare la pace, la guarigione e il perdono a tutto il mondo. Finché i cristiani
restano divisi, il mondo non sarà convinto della piena verità del messaggio del vangelo che Cristo ha portato
riguardo una nuova umanità. La pace e l’unità sono il segno di questa trasformazione. Le chiese devono
far propri e testimoniare questi doni come membri dell’unica casa di Dio costruita sul fondamento sicuro di
Gesù come pietra angolare.
Preghiera
Dio amorevole e misericordioso, insegnaci la gioia di condividere la tua pace. Riempici del tuo Santo
Spirito, affinché possiamo abbattere il muro di ostilità che ci separa. Fa’ che il Signore risorto, che è la nostra
pace, ci aiuti a superare ogni divisione e ci unisca come membri della sua casa. Te lo chiediamo in nome
di Gesù Cristo, a cui con te e lo Spirito Santo, sia ogni onore e gloria, senza fine. Amen.
Domande per la riflessione personale
1. Quali forme di violenza nella nostra comunità possiamo, come cristiani, combattere insieme?
2. Come viviamo quelle ostilità nascoste che inquinano le nostre relazioni reciproche come comunità cristiane?
3. Come possiamo imparare ad accoglierci gli uni gli altri come Cristo ci accoglie?
32
SESTO GIORNO: Trasformati dall’amore misericordioso di Dio
“È la nostra fede che ci dà la vittoria” (1 Gv 5, 4)
Abacuc 3, 17-19 Dio, il Signore, è la mia forza
Il fico non germoglia più,
le vigne non danno più uva,
gli ulivi non producono niente.
I campi non forniscono raccolto,
le greggi scompaiono dai recinti,
i buoi dalle stalle.
Ma io trovo la mia gioia nel Signore,
sono felice perché Dio è il mio salvatore.
Dio, il Signore, è la mia forza,
egli rende i miei piedi agili
come quelli delle cerve,
mi fa camminare sulle vette dei monti.
Salmo 136(135), 1-4.23-26 Eterno è il suo amore per noi
Lodate il Signore, egli è buono,
eterno è il suo amore per noi
Lodate Dio, più grande degli dèi,
eterno è il suo amore per noi.
Lodate il Signore, più potente dei signori,
eterno è il suo amore per noi.
Lui solo fa grandi prodigi:
eterno è il suo amore per noi.
Nella nostra miseria si è ricordato di noi:
eterno è il suo amore per noi.
Ci ha strappato ai nostri oppressori:
eterno è il suo amore per noi.
Dona cibo ad ogni vivente:
eterno è il suo amore per noi.
Lodate Dio, il Signore dei cieli:
eterno è il suo amore per noi.
1 Giovanni 5, 1-6 È la nostra fede che ci dà la vittoria sul mondo
Chiunque crede che Gesù è il Cristo è diventato figlio di Dio. Chi ama un padre, ama anche i suoi
figli. Di conseguenza, se amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti, siamo certi di amare anche
i figli di Dio. Amare Dio vuol dire osservare i suoi comandamenti. E i suoi comandamenti non sono
pesanti, perché chi è diventato figlio di Dio vince il mondo. È la nostra fede che ci dà la vittoria sul
mondo. Solo chi crede che Gesù è il Figlio di Dio può vincere il mondo. Il Figlio di Dio è quel Gesù
che è stato battezzato in acqua, e ha versato il suo sangue sulla croce. Non è passato soltanto attraverso
l’acqua, ma anche attraverso il sangue. È lo Spirito che dà testimonianza di questo, quello Spirito
che è verità.
Giovanni 15, 9-17 Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri
amici
Gesù disse: «Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi: rimanete nel mio amore! Se metterete
in pratica i miei comandamenti, sarete radicati nel mio amore; allo stesso modo io ho messo in
pratica i comandamenti del Padre mio e sono radicato nel suo amore. Vi ho detto questo, perché la
33
mia gioia sia anche vostra, e la vostra gioia sia perfetta. «Il mio comandamento è questo: amatevi gli uni gli
altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi
siete miei amici se fate quel che io vi comando. Io non vi chiamo più schiavi, perché lo schiavo non sa che
cosa fa il suo padrone. Vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto sapere tutto quel che ho udito dal Padre
mio. Non siete voi che avete scelto me, ma io ho scelto voi, e vi ho destinati a portare molto frutto, un frutto
duraturo. Allora il Padre vi darà tutto quel che chiederete nel nome mio. Questo io vi comando: amatevi
gli uni gli altri».
Commento
Nel testo dell’Antico Testamento è la fede in Dio che mantiene viva la speranza, nonostante tutti i
fallimenti. La lamentazione di Abacuc si trasforma in gioia nella fedeltà di Dio, che dà forza per affrontare
la disperazione.
Il Salmo 136 conferma che la memoria delle opere meravigliose di Dio nella storia d’Israele è una
prova dell’amore misericordioso ed eterno di Dio. A motivo dell’intervento di Dio, il popolo d’Israele sperimentò
vittorie straordinarie e sorprendenti. Ricordare le grandi opere della salvezza di Dio è fonte di gioia,
gratitudine e speranza, ed è ciò che i credenti hanno espresso per secoli nella preghiera, negli inni di lode
e nella musica.
L’epistola ci ricorda che “chi è diventato figlio di Dio vince il mondo” (1 Gv 4). Ciò non significa
necessariamente vittorie che possono essere misurate secondo parametri umani. La vittoria in Cristo comporta
il cambiamento del cuore, la percezione della realtà dalla prospettiva dell’eternità e la fede nella vittoria
finale sulla morte. Questa forza vittoriosa è la fede, che Dio offre e di cui è la fonte. E la sua manifestazione
più perfetta è l’amore.
Nelle parole del vangelo, Cristo rassicura i suoi discepoli dell’amore di Dio, la cui conferma finale è
la morte in croce del Salvatore. Allo stesso tempo, Egli li invita e li sfida a manifestare l’amore gli uni verso
gli altri. La relazione di Gesù con i suoi discepoli è basata sull’amore. Egli non li tratta come semplici
discepoli, ma li chiama amici. Il loro servizio a Cristo consiste nel conformare le loro vite all’unico comandamento
dell’amore, frutto della convinzione e della fede interiore. Nello spirito dell’amore, anche quando
il progresso nella via verso la piena visibile unità sembra lento, noi non perdiamo la speranza. L’amore saldo
di Dio ci renderà capaci di superare le più grandi opposizioni e le più profonde divisioni. Questo è il
motivo per cui “è la nostra fede che ci dà la vittoria sul mondo” (1 Gv 5, 4) e il potere trasformante
dell’amore di Dio.
Preghiera
Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivente, con la tua resurrezione Tu hai trionfato sopra la morte, e
sei diventato il Signore della vita. Per amore nostro ci hai scelto quali amici. Possa il tuo Spirito unirci a te
e gli uni con gli altri in legami di amicizia, affinché possiamo fedelmente servirti in questo mondo come
testimoni del tuo amore eterno. Tu, che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo un solo Dio nei secoli
dei secoli. Amen.
Domande per la riflessione personale
1. Come dovremmo esprimere l’amore cristiano in contesti di differenti religioni e filosofie?
2. Che cosa dobbiamo fare per diventare testimoni più credibili dell’amore misericordioso ed eterno di Dio
in un mondo diviso?
3. Come possono i seguaci di Cristo sostenersi l’un l’altro in modo visibile nel mondo?
34
SETTIMO GIORNO: Trasformati dal buon Pastore
“Abbi cura dei miei agnelli” (Gv 21, 17)
1 Samuele 2, 1-10 Nessuno avrà successo con le sue forze
Anna pregò così:
«Il Signore ha riempito il mio cuore di gioia,
il Signore ha risollevato il mio spirito abbattuto.
Ora posso ridere dei miei nemici;
Dio mi ha aiutata: sono piena di gioia.
Solo il Signore è santo, lui solo è Dio.
Solo il Signore è roccia sicura.
Smettete di dire parole superbe,
basta con le frasi arroganti,
perché il Signore è un Dio che sa tutto,
egli giudica le azioni di ognuno.
Egli spezza l'arco dei forti,
riveste i deboli di forza.
Chi aveva cibo a sazietà
ora deve lavorare per un pezzo di pane.
Chi invece soffriva la fame
ora non deve più faticare.
La donna sterile genera molti figli,
quella che era feconda appassisce.
Il Signore fa morire e fa vivere,
fa scendere e risalire dal regno dei morti.
Il Signore rende poveri e ricchi,
umilia e innalza.
Rialza il povero dalla polvere,
solleva l’infelice dalla miseria:
lo fa sedere in mezzo ai prìncipi,
gli riserva un posto d'onore,
perché il Signore è il fondatore del mondo
e lo sostiene.
Egli protegge il cammino
di chi gli è fedele;
mentre il malvagio svanisce nelle tenebre,
nessuno avrà successo con le sue forze.
I nemici del Signore saranno distrutti,
quando lui, l’Altissimo, tuonerà dal cielo.
Il Signore è giudice di tutta la terra,
darà potenza al re del suo popolo,
renderà forte il re che si è scelto».
Salmo 23(22), 1-6 Il tuo bastone mi dà sicurezza
Salmo di Davide
Il Signore è il mio pastore e nulla mi manca.
Su prati d’erba fresca mi fa riposare;
mi conduce ad acque tranquille, mi ridona vigore;
mi guida sul giusto sentiero: il Signore è fedele!
Anche se andassi per la valle più buia,
35
di nulla avrei paura, perché tu resti al mio fianco,
il tuo bastone mi dà sicurezza.
Per me tu prepari un banchetto sotto gli occhi dei miei nemici.
Con olio mi profumi il capo, mi riempi il calice fino all'orlo.
La tua bontà e il tuo amore mi seguiranno per tutta la mia vita;
starò nella casa del Signore per tutti i miei giorni.
Efesini 6, 10-20 Prendete forza dal Signore
Infine, prendete forza dal Signore, dalla sua grande potenza. Prendete le armi che Dio vi dà, per poter resistere
contro le manovre del diavolo. Infatti noi non dobbiamo lottare contro creature umane, ma contro spiriti
maligni del mondo invisibile, contro autorità e potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso.
Prendete allora le armi che Dio vi dà, per combattere, nel giorno della lotta, le forze del male e per saper
resistere fino alla fine. Preparatevi dunque! Vostra cintura sia la verità, vostra corazza siano le opere giuste
e sandali ai vostri piedi sia la prontezza per annunziare il messaggio di pace del Vangelo. Sempre tenete in
mano lo scudo della fede con cui potete spegnere le frecce infuocate del Maligno. Prendete anche il vostro
elmo, cioè la salvezza, e la spada dello Spirito Santo, cioè la parola di Dio. Pregate sempre: chiedete a Dio
il suo aiuto in ogni occasione e in tutti i modi, guidati dallo Spirito Santo. Perciò state svegli e non stancatevi
mai di pregare per tutto il popolo di Dio e anche per me. Pregate perché Dio mi faccia trovare parole
decise con cui far conoscere la verità del suo messaggio. Benché sia in prigione, io sono ambasciatore del
Vangelo. Pregate perché io possa parlare coraggiosamente, come è mio dovere.
Giovanni 21, 15-19 Abbi cura dei miei agnelli
Dopo mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di questi altri?
Simone disse: Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene. Gesù replicò: Abbi cura dei miei agnelli!
Poi gli disse una seconda volta: Simone, figlio di Giovanni, mi ami davvero? Simone gli disse: Sì, Signore,
tu sai che ti voglio bene. Gesù replicò: Abbi cura delle mie pecore. Una terza volta Gesù disse: Simone,
figlio di Giovanni, mi ami davvero? Pietro fu addolorato che Gesù gli dicesse per la terza volta «Mi ami?».
Rispose: Signore, tu sai tutto. Tu sai che io ti amo. Gesù gli disse: Abbi cura delle mie pecore. Quand’eri
più giovane, ti mettevi da solo la cintura e andavi dove volevi; ma io ti assicuro che quando sarai vecchio,
tu stenderai le braccia, e un altro ti legherà la cintura e ti porterà dove tu non vuoi. Gesù parlò così per far
capire come Pietro sarebbe morto dando gloria a Dio. Poi disse ancora a Pietro: Seguimi!
Commento
Coloro che combattono la sofferenza, hanno bisogno di un aiuto dal cielo. Questo aiuto viene dalla
preghiera. Abbiamo letto della potenza della preghiera di Anna nel primo capitolo del Libro di Samuele.
Nel secondo capitolo troviamo la preghiera di ringraziamento di Anna, che comprende che alcune cose accadono
solo con l’aiuto di Dio. È attraverso la sua volontà che Anna e suo marito diventano genitori. Il testo
è un esempio che rafforza la fede in circostanze che sembrerebbero senza soluzione. È un esempio di
vittoria.
Il buon Pastore del Salmo 23 guida il suo gregge anche attraverso i luoghi più oscuri, confortandolo
con la sua presenza. Coloro che pongono la loro fiducia nel Signore non hanno nulla da temere, neppure le
ombre del disfacimento e della disunione, poiché il loro Pastore li guiderà nei verdi pascoli della verità, per
abitare insieme nella casa del Signore.
Nella Lettera agli Efesini, l’apostolo Paolo ci sprona: “prendete forza dal Signore, dalla sua grande
potenza” (Ef 6, 10) per mettere insieme “le armi chi Dio vi dà” (Ef 6, 11), armi dello spirito: verità, giustizia,
proclamazione della buona novella, fede, salvezza, parola del Signore, preghiera e supplica.
36
Il Cristo risorto sprona Pietro - e nella sua persona ogni discepolo - a scoprire in sé l’amore di lui, che
è il solo buon Pastore. Se qualcuno possiede questo amore, allora “Abbi cura dei miei agnelli” (Gv 21, 15);
in altre parole, nutrili, proteggili, abbi cura di loro, dai loro forza, perché essi sono miei e mi appartengono.
Sii mio buon servitore e abbi cura di coloro che mi hanno amato e seguono la mia voce. Insegna loro
l’amore vicendevole, la cooperazione e il coraggio per affrontare le tortuosità e gli imprevisti della vita.
Come frutto della grazia divina, la testimonianza a Cristo che è stata confermata in noi, ci impegna ad
agire insieme per amore dell’unità. Abbiamo la capacità per portare questa testimonianza! Ma lo vogliamo
davvero? Il buon Pastore, che con la sua vita, il suo insegnamento e la sua condotta rafforza tutti coloro che
ripongono fiducia nella sua grazia e nel suo sostegno, ci invita a cooperare con lui in modo incondizionato.
Così fortificati, saremo poi in grado di aiutarci gli uni agli altri sulla strada verso l’unità. Diventiamo, perciò,
forti nel Signore, per poter rafforzare altri nella comune testimonianza d’amore.
Preghiera
Padre di tutti, Tu ci chiami ad essere un unico gregge nel tuo Figlio, Gesù Cristo. Egli è il nostro
buon Pastore che ci invita a sdraiarci nei verdi pascoli, ci guida ad acque tranquille e ristora le nostre anime.
Fa’ che nel seguire lui, possiamo prenderci cura gli uni degli altri al punto che tutti vedano in noi
l’amore dell’unico vero Pastore Gesù Cristo nostro Signore, che vive e regna con te e con lo Spirito Santo,
un solo Dio nei secoli dei secoli. Amen.
Domande per la riflessione personale
1. In quale modo il buon Pastore ci ispira a confortare, ravvivare e rinsaldare la fiducia di quanti si sentono
perduti?
2. In quali modi i cristiani di diverse tradizioni si rafforzano gli uni gli altri nel confessare e nel testimoniare
Cristo Gesù?
3. Per noi oggi, quale potrebbe essere il significato dell’esortazione di Paolo “prendete forza dal Signore,
dalla sua grande potenza” (Ef 6, 10) per mettere insieme “le armi che Dio vi dà” (Ef 6, 11)?
37
OTTAVO GIORNO: Uniti nel Regno di Cristo
“I vincitori li farò sedere insieme a me, sul mio trono” (Ap 3, 21)
1 Cronache 29, 10-13 Puoi dare a tutti gloria e potere
Egli disse: «Benedetto sei tu, Signore Dio d'Israele e nostro padre, da sempre e per sempre. Tu, o Signore,
sei grande e potente, tu solo hai bellezza, maestà e splendore. In cielo e sulla terra tutto ti appartiene, tu sei
re e sovrano di ogni cosa. La gloria e il potere vengono da te, tu domini su tutte le cose. Tu hai forza e potenza
e puoi dare a tutti gloria e potere. Tu sei il nostro Dio, noi ti ringraziamo e celebriamo la tua grandezza
».
Salmo 21(20), 1-8 Gli hai posto sul capo una corona d’oro puro
Per il direttore del coro. Salmo di Davide.
Signore, il re è felice per la tua potenza!
È pieno di gioia, perché gli hai dato vittoria!
Tu hai esaudito i suoi desideri,
non hai respinto le sue richieste.
L’hai colmato di benedizioni e favori,
gli hai posto sul capo una corona d'oro puro.
Ti ha chiesto vita e tu gliela hai data,
lunghi giorni senza mai fine.
Lo fai vincere e la sua gloria è immensa,
lo ricopri di grande splendore.
La tua benedizione è su di lui per sempre,
con la tua presenza lo rendi felice.
Il re pone tutta la sua fiducia nel Signore;
non vacillerà, perché Dio l'Altissimo è fedele.
Apocalisse 3, 19b-22 I vincitori li farò sedere insieme a me, sul mio trono
Il Signore disse: «Cambiate vita, dunque, e impegnatevi con tutte le forze.
«Ascoltate, io sto alla porta e busso. Se uno mi sente e mi apre, io entrerò e ceneremo insieme, io con lui e
lui con me. I vincitori li farò sedere insieme a me, sul mio trono, così come io mi sono seduto da vincitore
insieme al Padre mio, sul suo trono. Chi è in grado di udire ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese».
Giovanni 12, 23-26 E chi serve me sarà onorato dal Padre
Gesù rispose: «L’ora è venuta. Il Figlio dell’uomo sta per essere innalzato alla gloria. Se il seme di frumento
non finisce sottoterra e non muore, non porta frutto. Se muore, invece, porta molto frutto. Ve l’assicuro.
Chi ama la propria vita la perderà. Chi è pronto a perdere la propria vita in questo mondo, la conserverà per
la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io ci saranno anche quelli che mi servono. E
chi serve me sarà onorato dal Padre».
Commento
Gesù Cristo è il primo risorto dalla morte. Egli ha umiliato se stesso ed è stato esaltato. Cristo non è
geloso della sua vittoria, ma condivide il suo Regno e la sua vittoria con tutte le persone.
L’inno di Davide , che canta la gioia del re e del popolo prima che venisse costruito il tempio, annuncia
la verità che tutto accade per grazia. Anche un monarca terreno che ha “forza e potenza” e può “dare a
tutti gloria e potere” (1 Cr 29, 12) può essere immagine del Regno di Dio.
38
Il salmo di ringraziamento da parte del re sviluppa questa idea e la lettura cristiana gli dà anche un
senso messianico; Cristo è il vero Re, ricolmo di benedizioni e di vita, è la presenza perfetta di Dio in mezzo
al suo popolo. In un certo senso, questa immagine può anche riferirsi al popolo. Non sono forse gli esseri
umani il coronamento della creazione? Non vuole forse Dio che diventiamo “co-eredi” del suo Figlio e
membri della sua stirpe reale?
Le lettere alle sette chiese locali nel Libro dell’Apocalisse costituiscono un messaggio alla Chiesa di
tutti i tempi e in tutti i luoghi. Coloro che accolgono Cristo nelle loro case saranno invitati a condividere
con lui il banchetto della vita eterna. La promessa di sedere sul trono, inizialmente annunciata ai Dodici, è
ora estesa a tutti coloro che hanno vinto.
“Dove sono io ci saranno anche quelli che mi servono” (Gv 12, 26): possiamo collegare il “sono io”
di Gesù all’ineffabile nome di Dio. Il servo di Gesù, che il Padre onora, sarà dove è il suo Signore, che lo
ha posto alla destra del Padre per regnare.
I cristiani sono consapevoli che l’unità fra di loro, anche se richiede uno sforzo umano, è soprattutto
un dono di Dio. È una condivisione nella vittoria di Cristo sul peccato, sulla morte e sul male che causa le
divisioni. La nostra partecipazione alla vittoria di Cristo raggiunge la sua pienezza in cielo. La nostra comune
testimonianza al vangelo dovrebbe mostrare al mondo un Dio che non ci limita né ci costringe. Dovremmo
annunciare in modo credibile alle persone del nostro tempo che la vittoria di Cristo supera tutto
ciò che ci impedisce di condividere la pienezza di vita con Lui e con gli altri.
Preghiera
O Signore onnipotente, Tu che governi tutto, insegnaci a contemplare il mistero della tua
gloria. Fa’ che accogliamo i tuoi doni con umiltà e rispettiamo la dignità di ogni persona. Fa’ che il tuo
Santo Spirito ci renda forti per la battaglia spirituale che ci attende, affinché, uniti in Cristo, possiamo regnare
con lui nella gloria. Te lo chiediamo per colui che ha umiliato se stesso ed è stato esaltato, che vive
con te e con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
Domande per la riflessione personale
1. In quale modo la falsa umiltà e il desiderio della gloria mondana sono presenti nella nostra vita?
2. Come esprimiamo insieme la nostra fede nel Regno di Cristo?
3. Come esprimiamo la nostra speranza nel Regno di Dio che viene?
39
APPENDICE I
PREGHIERE PROPOSTE DALLE CHIESE LOCALI
Primo giorno: Trasformati da Cristo, colui che serve
C: Signore, la disobbedienza di Adamo ed Eva ha portato la sofferenza e la morte, e la famiglia di Dio
è stata ferita e dilaniata, abbi pietà di noi!
T: Abbi pietà di noi!
C: Cristo, abbiamo indurito i nostri cuori quando ci hai insegnato per bocca dei ministri della tua parola,
abbi pietà di noi!
T: Abbi pietà di noi!
C: Signore, Tu sai che non ti abbiamo servito nei nostri fratelli e nelle nostre sorelle, abbi pietà di noi!
T: Abbi pietà di noi!
C: Signore Dio onnipotente abbi pietà di noi, perdona i nostri peccati, e conducici alla vita eterna.
T: Amen!
Secondo Giorno: Trasformati dalla paziente attesa del Signore
C: Ti preghiamo, o Signore!
Ti chiediamo il dono di saper leggere le nostre vite alla luce della tua saggezza,
T: Ascoltaci, o Signore!
C: Ti chiediamo il dono divino della pazienza nelle situazioni in cui la giustizia umana fallisce,
T: Ascoltaci, o Signore!
C: Ti chiediamo la forza di pregare e di saper attendere in quelle situazioni dove solo il tuo dono può
rispondere alle nostre necessità,
T: Ascoltaci, o Signore!
C: Ascolta la nostra richiesta, Signore, e accordaci di gustare la pienezza della tua giustizia, in Cristo
nostro Signore,
T: Amen!
Terzo giorno: Trasformati dal Servo sofferente
C: La croce è il segno della vittoria. Per questo noi diciamo: ti adoriamo, o Signore!
T: Ti adoriamo, o Signore!
C: Per la tua croce, cattedrale di verità e tribunale di misericordia,
T: Ti adoriamo, o Signore!
C: Per la tua croce, albero della vita e trono di grazia,
T: Ti adoriamo, o Signore!
40
C: Per la tua croce, segno di compassione e di speranza,
T: Ti adoriamo, o Signore!
C: Signore, Tu sei morto sulla croce per “radunare i tuoi figli dispersi”. Fa’ che la contemplazione della
tua croce trasformi la nostra comprensione della sofferenza, Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
T: Amen!
Quarto giorno: Trasformati dalla vittoria del Signore sul male
C: La venuta del Regno di Dio è la sconfitta del regno di Satana. Quando Gesù sconfigge il Tentatore
nel deserto e libera il popolo dal potere del male, anticipa la grande vittoria dell’ora della sua passione.
Il dominatore di questo mondo è cacciato via. Nell’ultima richiesta del Padre nostro, – “e non
indurci in tentazione” – preghiamo affinché Dio ci riveli la vittoria già ottenuta da Cristo. Nello spirito
di questa richiesta, preghiamo: salvaci, o Signore!
T: Salvaci, o Signore!
C: Da ogni male, T: Salvaci, o Signore!
C: Da ogni peccato T: Salvaci, o Signore!
C: Dall’inganno di Satana, T: Salvaci, o Signore!
C: Dall’odio e dalla malizia, T: Salvaci, o Signore!
C: Dalla morte eterna, T: Salvaci, o Signore!
C: Salvaci, o Signore, da ogni male e sostienici con la tua misericordia, Tu che vivi e regni nei secoli
dei secoli.
T: Amen!
Quinto giorno: Trasformati dalla pace del Cristo Risorto
C: Preghiamo il Cristo risorto per i cristiani e per tutti i popoli della terra, dicendo: donaci la tua pace!
T: Donaci la tua pace!
C: Concedi la grazia della pace alle nazioni,
T: Donaci la tua pace!
C: Sostieni coloro che lavorano per l’unità visibile della tua Chiesa,
T: Donaci la tua pace!
C: Guarda a coloro che hai chiamato a guidare il tuo gregge,
T: Donaci la tua pace!
C: Rafforza l’amore tra gli sposi,
T: Donaci la tua pace!
41
C: Riporta la pace nelle famiglie, tra i vicini e nella società,
T: Donaci la tua pace!
C: Signore, vieni tra noi e accordaci unità e pace, Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli,
T: Amen!
Sesto giorno: Trasformati dall’amore misericordioso di Dio
C: A colui che solo è degno di fede, diciamo: Amen, io credo!
T: Amen, io credo!
C: Nell’unico Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo,
T: Amen, io credo!
C: Nel Figlio di Dio, che si è fatto Uomo,
T: Amen, io credo!
C: Nella sua morte, resurrezione e ascensione,
T: Amen, io credo!
C: Nel dono dello Spirito Santo,
T: Amen, io credo!
C: Nella seconda venuta di Cristo nella gloria,
T: Amen, io credo!
C: Che la sua grazia è più forte di ogni peccato,
T: Amen, io credo!
C: Che l’amore è più potente dell’odio e della morte,
T: Amen, io credo!
C: Nella resurrezione del corpo e nella vita senza fine nel tuo Regno,
T: Amen, io credo!
C: Signore, guarda alla fede della tua Chiesa nel suo pellegrinaggio terreno, e guida i tuoi figli a contemplare
faccia a faccia la luce della tua maestà, Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
T: Amen!
Settimo giorno: Trasformati dal buon Pastore
C: Il Signore non ci ha abbandonato. In ogni circostanza della vita Egli ci guida con il suo bastone. Egli
è il nostro buon Pastore. Per questo diciamo: ti rendiamo grazie, Signore!
T: Ti rendiamo grazie, Signore!
C: Per la vita e per tutti i doni con cui Tu ci hai fortificati,
T: Ti rendiamo grazie, Signore!
42
C: Per il dono della tua Parola,
T: Ti rendiamo grazie, Signore!
C: Per la perseveranza nella fede,
T: Ti rendiamo grazie, Signore!
C: Per la testimonianza credibile al tuo vangelo,
T: Ti rendiamo grazie, Signore!
C: Per tutte le cose che siamo timorosi di fare o non possiamo realizzare con certezza,
T: Ti rendiamo grazie, Signore!
C: Grazie Signore, per tutti i doni che ci hai dato, affinché non ci arrestiamo né ci indeboliamo nella
nostra lotta spirituale, Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
T: Ti rendiamo grazie, Signore!
Ottavo giorno: Uniti nel Regno di Cristo
C: Un’antica omelia recita:
“Il trono celeste è già preparato; i servi sono pronti all’obbedienza; la camera nuziale è stata allestita; la
tavola è imbandita, la dimora della vita è adorna, i tesori eterni sono stati disvelati e il Regno dei cieli, preparato
sin dalla creazione del mondo, è già dischiuso.
T: Che Tu sia esaltato per sempre!
C: Con il desiderio ardente di dimorare in Cristo, adoriamolo, dicendo: Che Tu sia esaltato per sempre!
T: Che Tu sia esaltato per sempre!
C: Signore del tempo e dell’eternità,
T: Che Tu sia esaltato per sempre!
C: Primizia dei risorti,
T: Che Tu sia esaltato per sempre!
C: Tu che tieni le chiavi della morte e dell’inferno,
T: Che Tu sia esaltato per sempre!
C: Tu sei il Signore di coloro che governano e re di coloro che regnano,
T: Che Tu sia esaltato per sempre!
C: Tu che eri, che sei e che tornerai,
T: Che Tu sia esaltato per sempre!
43
APPENDICE II
INFORMAZIONI SULLA POLONIA
IL CONTESTO ECUMENICO
Informazioni generali
La Polonia, ufficialmente Repubblica di Polonia, è un paese situato nell’Europa centrale, che affaccia
sul Baltico. Confina con la Germania a ovest, con la Repubblica Ceca e la Slovacchia a sud, l’Ucraina e la
Bielorussia a est, la Lituania a nord est e la Russia a nord (il distretto enclave di Kaliningrad). Sul Baltico,
la Polonia ha anche confini marittimi con la Danimarca e la Svezia.
Con una superficie di 312.700 km2, la Polonia è il nono paese più esteso d’Europa, con oltre 38 milioni
di abitanti. La capitale è Varsavia.
I Polacchi costituiscono quasi il 97% della popolazione. Fino al 1939, un terzo della popolazione era
costituito da minoranze etniche. Circa sei milioni di persone sono morte durante la seconda guerra mondiale
(inclusi circa tre milioni e mezzo di Ebrei nella Shoah). Oggi, invece, le minoranze etniche rappresentano
una piccola percentuale della popolazione della Polonia. I più numerosi sono gli Ucraini, i Bielorussi, i
Tedeschi (che sono rappresentati in Parlamento), i Rom, i Lituani, gli Slovacchi e i Cechi.
I Polacchi parlano il polacco, che appartiene al ceppo linguistico slavo. La legge tutela le minoranze
etniche nell’utilizzo della propria lingua.
In seguito all’emigrazione per motivi economici e politici, iniziata nel XIX secolo, circa quindici milioni
di Polacchi andarono a vivere fuori del paese. Al momento le diaspore più consistenti sono quelle di
comunità polacche emigrate negli Stati Uniti, in Germania, in Brasile, in Francia e in Canada.
Profilo storico
Il cristianesimo in Polonia vanta una storia di oltre mille anni. Le prime comunità cristiane stabilitesi
in Polonia furono il risultato dell’opera missionaria di Cirillo e Metodio. La vita della Chiesa si organizzò
già sotto il regno di Mieceslao della stirpe Piast (primo regnante), che unì le tribù slave che vivevano lungo
le rive del fiume Vistola. Il 966, data in cui Mieceslao fu battezzato, è considerata la data dell’inizio dello
stato polacco.
Il primo arcivescovado in terra polacca a possedere una giurisdizione indipendente fu stabilito nel
1000 a Gniezno. In quell’anno tre monarchi, un tedesco, un ceco e un polacco, si incontrarono presso la
tomba del vescovo e martire sant’Adalberto (attualmente i congressi di Gniezno, organizzati dal 1997, alludono
a quell’evento con il loro carattere internazionale ed ecumenico). Boleslao l’ardito fu il primo ad essere
incoronato re della Polonia, nel 1025. Egli estese considerevolmente i confini dello stato e sostenne
l’impegno dei missionari. Fin dal principio, gli stranieri trovavano, sul suolo polacco, un luogo in cui stabilirsi
e condizioni favorevoli di vita. Si trattava principalmente di Ebrei, Caraiti (sin dal XII secolo) e Tatari
musulmani (sin dal XIV secolo).
I secoli XV e XVI sono noti come l’epoca aurea della storia polacca; siamo nel periodo fulgido dello
splendore politico, economico e culturale. Fu anche il periodo in cui le idee della Riforma penetrarono in
Polonia. L’insegnamento di Martin Lutero trovò consensi presso la borghesia, mentre quello di Giovanni
Calvino e Ulderico Zwingli attirò l’aristocrazia. Al contrario degli stati occidentali impegnati in distruttive
guerre religiose reciproche, la Polonia si distingueva per la sua considerevole tolleranza religiosa e divenne
rifugio di molti dissidenti protestanti.
44
Il XVII secolo fu il periodo della Contro-Riforma: i protestanti furono privati dei diritti politici e gli
Ariani - i Fratelli polacchi - costretti ad emigrare, fatto che frenò ed effettivamente bloccò lo sviluppo del
protestantesimo polacco. Nel 1791 il Sejm (il Parlamento polacco) votò la seconda costituzione mondiale
(dopo quella degli Stati Uniti), garantendo la libertà di confessare e praticare la religione.
Fra il 1772 e il 1795 la Polonia fu spartita in tre occasioni distinte fra le superpotenze: Prussia, Russia
e Austria, e per 123 anni il paese non esistette nelle carte geografiche d’Europa. I Polacchi tentarono di riprendersi
l’indipendenza con una serie di insurrezioni popolari come quella della Rivolta di Kościuszko
(1791), la Rivolta di Novembre (1830), la Primavera delle Nazioni (1848), la Rivolta di Gennaio (1863) e
la Rivoluzione durante la seconda guerra mondiale. La Polonia non ottenne la libertà e l’indipendenza fino
al 1918.
Gli anni fra il 1918 e il 1939 furono anni di ricostruzione dello stato dopo la rovinosa politica delle
superpotenze che avevano spartito la Polonia e la distruzione del periodo bellico. Il breve periodo di indipendenza
(venti anni) fu anche un periodo di rapida crescita. La Polonia si riprese con successo dalla crisi
economica mondiale degli anni 1920-1930, la sua industria crebbe, fu introdotto un sistema educativo nazionale
e furono create le condizioni per lo sviluppo scientifico e culturale.
Uno dei periodi più tragici della storia della Polonia fu la seconda guerra mondiale (1939-1945).
Quando i Tedeschi nazisti attaccarono il paese il 1 settembre del 1939, i Polacchi tentarono per sei settimane
di contrastare l’enorme forza militare dell’invasore. La situazione si complicò ulteriormente quando, il
17 settembre 1939, l’Armata Rossa Sovietica annesse la parte orientale della Polonia.
Un esercito di resistenza nazionale e alcune strutture statali segrete furono allestite nei territori occupati
dai Tedeschi, note come il Governatorato Generale. Nell’aprile del 1943 una rivolta scoppiò nel ghetto
ebraico di Varsavia. L’intero ghetto fu bruciato e raso al suolo. Nell’agosto del 1944 scoppiò nella capitale
la Rivolta di Varsavia, durante la quale furono uccisi circa 200.000 fra rivoltosi e civili. Quando la rivolta
cessò, la popolazione restante fu dispersa e il 95% della capitale venne distrutto dai nazisti.
I soldati polacchi combatterono su molti fronti in tutto il mondo: in Norvegia, in Inghilterra, in Italia,
in Olanda, in Unione Sovietica, in Medio Oriente e in Africa.
Dopo la guerra, nel 1945, come risultato dei trattati firmati dagli Stati Uniti, la Gran Bretagna e
l’Unione Sovietica a Yalta e a Potsdam, la Polonia si ritrovò sotto la sfera d’influenza dell’Unione Sovietica
e divenne una repubblica comunista. I suoi confini precedenti furono ridisegnati. L’URSS prese i territori
orientali della Polonia, mentre i confini occidentali del paese furono stabiliti lungo i fiumi Oder e Neisse.
Entrambe le decisioni ebbero ripercussioni politiche, economiche, sociali e religiose di lunga durata. Milioni
di persone di varie nazionalità dovettero trovare altri insediamenti o subire trasferimenti forzati.
Alla fine del 1970 il paese subì un tracollo economico. In tutta la Polonia si verificarono scioperi e
contestazioni, che si intensificarono fino a costituire un potente movimento sociale e politico. Nel 1980 fu
creato il sindacato Solidarność, che contava circa dieci milioni di aderenti. Era guidato da Lech Wałęsa.
Le trasformazioni politiche nell’URSS (perestroika), il forte sindacato e il movimento d’indipendenza in
Polonia contribuirono al mutamento democratico in Europa e portarono la sovranità alla Polonia.
Nel 1989 il sistema politico cambiò e divenne una democrazia parlamentare con il ritorno ad
un’economia di mercato. Ebbero luogo le prime elezioni parlamentari libere e furono creati nuovi partiti
politici ed organizzazioni extra-governative. Nel 1999 la Polonia entrò nelle strutture di sicurezza internazionali
(NATO) e di scambi economici (WTO, OECD). Dal 2004 il paese è membro dell’Unione Europea,
di cui ha avuto la presidenza dal luglio al settembre 2011.
45
La situazione religiosa
La più grande chiesa della Polonia è la Chiesa cattolica, cui appartiene circa il 95% della popolazione.
La chiesa ha giocato un ruolo di primo piano nel preservare l’identità nazionale polacca e
l’indipendenza lungo i secoli, particolarmente durante la spartizione (1772-1918) e durante il periodo comunista
(1945-1989). L’elezione di un papa polacco nel 1978 significò molto per i cambiamenti sociali e
politici. Giovanni Paolo II (✝ 2005) fu conosciuto in tutto il mondo per il suo appello al rispetto della libertà
religiosa, la pace fra le nazioni, la dignità e la libertà dell’essere umano.
La seconda chiesa più grande è la Chiesa ortodossa polacca (circa 550.000 appartenenti). Le sue origini
sono strettamente legate all’attività missionaria dei santi Cirillo e Metodio (IX secolo). L’ortodossia è
stata sempre una caratteristica permanente della struttura religiosa del paese. Dal 1925 la Chiesa ortodossa
in Polonia ha sempre avuto lo status di chiesa autocefala.
Nel 1596, come risultato dell’Unione di Brest, un certo numero di preti e credenti ortodossi riconobbero
il papa come capo della Chiesa e accettarono il dogma cattolico, mantenendo tuttavia il rito bizantino.
Conseguentemente nacque la Chiesa cattolica greca (Chiesa orientale in comunione con Roma), che oggi
conta circa 100.000 fedeli.
La Chiesa evangelica luterana (circa 75.000 fedeli) e la Chiesa evangelica riformata (calvinista, circa
3.500 fedeli) hanno avuto origine dalla Riforma del XVI secolo, mentre la Chiesa evangelica metodista
(5.000 fedeli) e l’Unione battista (5.000 fedeli) si sono diffuse in Polonia a partire dal XIX secolo.
Ci sono altre due chiese, anch’esse nate a cavallo fra il XIX e il XX secolo, che appartengono alla
famiglia delle Chiese vetero-cattoliche: la Chiesa mariavita e la Chiesa polacca cattolica. La Chiesa vetero
-cattolica mariavita (circa 25.000 fedeli) si è separata dalla Chiesa cattolica nel 1906. La Chiesa polacca
cattolica è sorta tra gli emigrati polacchi in America. Conta circa 22.000 fedeli e appartiene all’Unione di
Utrecht.
Ci sono anche altre Chiese protestanti attive in Polonia, come la Chiesa pentecostale, la Chiesa avventista
del settimo giorno, la Compagnia delle chiese cristiane, e la Chiesa dei cristiani evangelici. Alcune
di queste chiese sono affiliate all’Alleanza evangelica. La Polonia è anche la sede di gruppi religiosi quali
l’Unione delle comunità religiose ebraiche, l’Unione religiosa caraita, e l’Unione religiosa musulmana.
La situazione ecumenica
Nei secoli passati la Polonia era considerevolmente diversificata quanto alle confessioni, quasi orgogliosa
di una lunga tradizione di libertà, di tolleranza religiosa e di collaborazione ecumenica. Il panorama
religioso contemporaneo è conseguenza di molte circostanze storiche, segnatamente la seconda guerra
mondiale e il successivo riassetto ed emigrazione della popolazione.
Le tradizioni storiche dell’ecumenismo in Polonia risalgono al XVI secolo. Nel 1570 un evento memorabile
fu l’Accordo di Sandomierz, firmato da luterani, calvinisti e hussiti cechi. Nel 1777, i luterani e i
calvinisti costituirono un’Unione; tra il 1828 e il 1849 entrambe le confessioni ebbero un concistoro congiunto.
La prima organizzazione interdenominazionale in Polonia fu il Ramo polacco dell’Unione mondiale
per la propagazione dell’amicizia fra le nazioni, che vide la luce nel 1923 per l’azione delle chiese. I primi
tempi, sei chiese, appartenenti alle tradizioni luterana, riformata e unita, fecero parte del Ramo polacco,
risolvendo questioni cruciali in merito ai rapporti fra loro e avviando azioni comuni. Quando la Chiesa ortodossa
autocefala polacca entrò nell’Unione nel 1930, si concretizzò la possibilità di un incontro storico e
di un’organizzazione comune fra due tradizioni cristiane separate, quella evangelica e quella ortodossa.
46
Durante la seconda guerra mondiale, verso la fine del 1942, fu creato un Consiglio ecumenico provvisorio,
che procedette alla Confessione di fede dei cristiani polacchi (la Confessione polacca), ecumenica,
contenente principi dogmatici considerati come bene comune.
Nel 1945, i rappresentanti di cinque Chiese protestanti - l’evangelica luterana, l’evangelica riformata,
l’evangelica metodista, l’Unione battista e i Cristiani evangelici - crearono una missione ufficiale comune,
nota come il Consiglio delle chiese protestanti nella Repubblica di Polonia, il cui presidente era il rev. Konstanty
Najder, sovrintendente generale della Chiesa metodista.
Il Consiglio ecumenico polacco fu costituito ufficialmente a Varsavia il 15 novembre del 1946. Delegati
di dodici confessioni presero parte all’evento. Il rev. Zygmunt Michelis (1890-1977) della Chiesa
evangelica luterana fu eletto presidente del Consiglio ecumenico polacco.
Fino alla fine degli anni ‘60 le relazioni fra il Consiglio ecumenico polacco e la Chiesa cattolica ebbero
carattere non ufficiale. Tuttavia, molti cattolici, sia tra il clero che tra il laicato, presero parte a celebrazioni
della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani organizzate da chiese membro del Consiglio
ecumenico polacco.
Il primo servizio ecumenico in una chiesa cattolica, che ebbe luogo prima del Concilio Vaticano II,
con la partecipazione di rappresentanti invitati di altre confessioni cristiane, si tenne nella chiesa di San
Martino a Varsavia, il 10 gennaio 1962. Nel 2012 si celebra il cinquantesimo anniversario dell’evento.
La Commissione mista del Consiglio ecumenico polacco e della Commissione dell’Episcopato per
l’ecumenismo fu inaugurata nel 1974. Essa consentì contatti ufficiali fra la Chiesa cattolica e il Consiglio
ecumenico polacco. Nel 1977 la Commissione mista nominò una Sotto-commissione per il dialogo, incaricata
di promuovere incontri su temi teologici.
Vent’anni più tardi (1997), sulla base della cooperazione fino ad allora realizzata, fu stabilita una
Commissione per il dialogo fra la Conferenza episcopale polacca e il Consiglio ecumenico polacco. Uno
dei risultati più importanti della collaborazione fra il Consiglio ecumenico polacco e la Chiesa cattolica si
verificò nel 2000, quando i leaders di sei chiese membro del Consiglio ecumenico polacco e della Chiesa
cattolica firmarono un documento su Il sacramento del battesimo come segno di unità, in cui i firmatari
dichiararono il loro mutuo riconoscimento della validità del battesimo.
Dal 2000 la Commissione per il dialogo ha esaminato il tema dei matrimoni misti e, nel 2009, ha presentato
una bozza ecumenica in merito.
Un importante evento, coordinato dalla Società biblica in Polonia, fu la pubblicazione, nel 2001, di
una traduzione ecumenica del Nuovo Testamento e dei Salmi; undici chiese furono coinvolte nella traduzione.
Attualmente è in corso una traduzione ecumenica dell’Antico Testamento.
Nel 2012 è stata pubblicata la brochure per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, giunta
alla quindicesima edizione, preparata insieme da rappresentanti del Consiglio ecumenico polacco e della
Chiesa cattolica.
Nel 2009 è stato pubblicato un libro, intitolato Sulla strada di Cristo. Le chiese cristiane in Polonia
parlano di sé, in cui le chiese affiliate al Consiglio ecumenico polacco, come pure la Chiesa cattolica, per
la prima volta nella storia polacca post-bellica, si presentano in uno stesso volume.
47
APPENDICE III
DATE IMPORTANTI NELLA STORIA DELLA
PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI
ca. 1740 In Scozia, nascita di un movimento pentecostale con legami in Nord America, il cui nuovo
messaggio per il rinnovamento della fede chiamava a pregare per e con tutte le chiese. Il
predicatore evangelico Jonathan Edwards invita ad un giorno di preghiera e di digiuno per
l’unità, affinché le chiese ritrovino il comune slancio missionario.
1820 Il rev. James Haldane Stewart pubblica “Suggerimenti per l’unione generale dei cristiani per
l’effusione dello Spirito” (Hints for the General Union of Christians for the Outpouring of
the Spirit).
1840 Il rev. Ignatius Spencer, anglicano entrato poi in piena comunione con la Chiesa cattolica,
propone di istituire “L’Unione di preghiera per l’unità”.
1867 Nel Preambolo alle sue risoluzioni, la prima assemblea dei vescovi anglicani a Lambeth sottolinea
l’importanza della preghiera per l’unità, ribadita anche nelle successive assemblee.
1894 Papa Leone XIII, in vari documenti, incoraggia la pratica dell’“Ottavario di preghiere per
l’unità” nel contesto della Pentecoste.
1902 Il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Joachim III scrive l’Enciclica patriarcale e sinodale
Lettera irenica, in cui invita a pregare per l’unione dei credenti in Cristo.
1908 Il rev. Paul Wattson istituisce, e celebra per la prima volta a Graymoor (New York), un
“Ottavario di preghiera per l’unità” (Chair of Unity Octave), dal 18 al 25 gennaio, auspicando
che divenga pratica comune.
1926 Il movimento Fede e Costituzione inizia la pubblicazione dei “Suggerimenti per l’Ottavario
di preghiera per l’unità dei cristiani” (Suggestions for an Octave of Prayer for Christian Unity).
1935 L’abate Paul Couturier, in Francia, promuove la “Settimana universale di preghiera per
l’unità dei cristiani” basata sulla preghiera per “l’unità voluta da Cristo, con i mezzi voluti
da lui”.
1958 Il Centre OEcuménique Unité Chrétienne di Lione (Francia) inizia la preparazione del materiale
per la Settimana di preghiera in collaborazione con la commissione Fede e Costituzione
del Consiglio ecumenico delle chiese.
1964 A Gerusalemme, il papa Paolo VI e il patriarca Athenagoras I pregano insieme la preghiera
di Gesù “che siano tutti una cosa sola” (Gv 17, 21).
1964 Il Decreto sull’ecumenismo del Concilio Vaticano II, sottolinea che la preghiera è l’anima
del Movimento ecumenico, ed incoraggia l’osservanza della Settimana di preghiera.
48
1966 La commissione Fede e Costituzione del Consiglio ecumenico delle chiese ed il Segretariato
per la promozione dell’unità dei cristiani (attuale Pontificio consiglio per la promozione
dell’unità dei cristiani) decidono di preparare congiuntamente ogni anno il testo ufficiale
della Settimana di preghiera.
1968 Per la prima volta la Preghiera per l’unità viene celebrata in base al testo elaborato in collaborazione
tra la commissione Fede e Costituzione e il Segretariato per la promozione
dell’unità dei cristiani (attuale Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani).
1975 La Preghiera per l’unità si basa, per la prima volta, su un testo preparato da un gruppo ecumenico
locale, australiano; il testo verrà in seguito sottoposto alla commissione Fede e Costituzione
e al Segretariato per la promozione dell’unità dei cristiani (attuale Pontificio consiglio
per la promozione dell’unità dei cristiani).
1988 Il materiale per la Settimana di preghiera per l’unità viene utilizzato in occasione della celebrazione
inaugurale della fondazione della Federazione cristiana in Malesia (The Christian
Federation of Malaysia), organismo di collegamento fra le maggiori confessioni cristiane
del paese.
1996 Il testo del 1996 viene redatto con la partecipazione di due organizzazioni ecumeniche laiche:
l’Associazione cristiana della gioventù maschile (Young Men Christian Association,
YMCA) e l’Associazione cristiana della gioventù femminile (Young Women Christian Association,
YWCA).
2004 Viene stipulato un accordo che giova molto al rafforzamento della collaborazione: il materiale
per la Settimana di preghiera per l’unità viene prodotto e pubblicato congiuntamente,
con formato unico per le versioni inglese e francese, dalla commissione Fede e Costituzione
(Consiglio ecumenico delle chiese) e dal Pontificio consiglio per la promozione dell’unità
dei cristiani (Chiesa cattolica).
2008 Viene celebrato solennemente, in tutto il mondo, con vari eventi, il primo centenario della
Settimana di preghiera per l’unità, il cui tema “Pregate continuamente!” (1Ts 5, 17) manifesta
la gioia per i cento anni di comune preghiera e per i risultati raggiunti.
2010 Viene celebrato solennemente, ad Edimburgo e in tutto il mondo, con vari eventi, il primo
centenario della Conferenza missionaria di Edimburgo, data che segna anche l’inizio del
Movimento ecumenico moderno.
****