Attività culturale, ecumenica e interreligiosa.
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domenica 15 aprile 2012
A Rav Giuseppe Laras e al Prof. Cesare Colafemmina il premio "Arca di Noè"
Nella serata di martedì, 20 marzo u.s., nella Sala Pollio (Parrocchia S. Biagio - Galatina) gremita erano presenti molte personalità di riguardo, sia civili che religiose, e tanti amici e simpatizzanti, venuti anche da lontano, invitati o informati via web. Su due cavalletti erano collocati gli ultimi dipinti dell'indimenticabile maestro Salvatore Carbone, venuto improvvisamente a mancare circa due settimane fa: due quadri raffiguranti l'Arca di Noè, ispirati al mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto sul cui retro si leggeva la seguente motivazione: " Per una condivisione culturale e valoriale fra i popoli dell'area mediterranea ".
Al centro dell'attenzione i due premiandi che, per l'alto profilo religioso e dottrinale, destavano in tutti rispetto e ammirazione: 1)Giuseppe Laras, eminente figura dell'ebraismo. Laureato in Legge e in Filosofia, è fra i cinque rabbini più influenti nel mondo. Per oltre 25 anni è stato rabbino–capo di Milano, ora è rabbino- capo di Ancona e presidente del Tribunale Rabbinico dell'Alta Italia. Figlio della Shoah, pur nella tragedia che ha investito la sua famiglia, ha voluto sperimentare l'avventura del DIALOGO fra cristiani ed ebrei in Italia, in fraterna amicizia e collaborazione con il cardinale Carlo Maria Martini e il suo successore Dionigi Tettamanzi.
2) Cesare Colafemmina, laureato in Scienze Bibliche ed in Filosofia, studioso senza eguali sul nostro territorio, storico e scrittore. Ha insegnato Epigrafia ed Antichità ebraiche nell'Università di Bari e in quella di Calabria. Studioso della storia dell'ebraismo e dei primi secoli cristiani, dirige la collana JUDAICA della Messaggi Edizioni. In lui cultura e sapere sono inscindibilmente uniti all'amore per la verità e per l'uomo, ambiti ai quali ha dedicato tutta la vita.
Molto incoraggianti sono state le parole dell'arcivescovo mons. Donato Negro, il quale ha riconosciuto che il cammino compiuto in 15 anni dalla associazione ecumenica è significativo, anche se breve. L'OIKOS (= casa), egli ha detto, è la casa del dialogo alla ricerca della verità. Essa è un sogno di speranza. E ha ricordato il messaggio affidatoci da Giovanni Paolo II in visita ad Otranto nel 1980: "Dal Salento guardiamo all'Oriente". Il pontefice credeva nel dialogo fra i cristiani ed anche tra cristianesimo, ebraismo e islamismo. Da qui il suo invito: presentiamo insieme al Dio Unico la nostra preghiera di aiuto nell'affrontare i problemi odierni come quello della pace e della salvaguardia del creato.
Sottolineando poi come la fede in Abramo ci unisce all'ebraismo, egli ci ha sollecitato a guardare a ciò che ci unisce più che a ciò che ci divide: a Gerusalemme guardiamo come al focolare comune, verso il quale tendono i passi dei fedeli delle tre religioni monteiste.
Oggi più di ieri, ha concluso, è necessario l'impegno di apertura religiosa e questo è l'impegno dell'OIKOS e per questo egli l'ha ringraziata.
E'seguito un primo breve intervento musicale del giovanissimo DUO, formato dalla violinista Carla De Fabrizio e dalla pianista Luisa Carluccio. A questo punto, i due importanti ospiti hanno presentato, prima l'uno e poi l'altro, la propria riflessione sul tema affidato loro: Lo Shemà nella tradizione ebraica e cristiana.
Le due relazioni, molto puntuali e dal profondo spessore teologico, hanno suscitato in tutti i presenti vivo interesse e grande apprezzamento. Fra i due discorsi don Salvatore Bello, dopo aver brevemente ricordato il suo caro amico, il francescano P. Agostino Lundin, psichiatra svedese passato dal luteranesimo al cattolicesimo, grazie al quale egli si è aperto all'ecumenismo, ha letto la sua ultima poesia, intitolata "Cantico alla terra".
Consegnati finalmente i quadri-premio al rabbino Laras e al prof. Colafemmina, c'è stato un pubblico ringraziamento alla presidente dell'OIKOS, prof.ssa Rossella Schirone, per aver sempre guidato l'associazione con fede, perseveranza, scienza e tanto, tanto coraggio.
Con un intervento musicale, più lungo del primo, del suddetto DUO la manifestazione si è conclusa fra la soddisfazione generale.
Maria Negro
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